GROSSETO – «Mercatini artigianali che di hand made non hanno nulla o quasi, vendite on line e contraffazione, oltre alla recessione altri aspetti, non da sottovalutare, danneggiano le imprese grossetane. In un momento di grande difficoltà per le aziende, dovuto alla crisi economica che, purtroppo, ancora non finisce di produrre dati negativi e al calo dei consumi, c’è da tenere conto anche della concorrenza sleale: la provincia di Grosseto è tra le più colpite in Italia da questo fenomeno (52esima nella classifica stilata dal centro studi di Confartigianato), che sta aumentando, andando ancora di più a danneggiare chi lavora seriamente, pagando le tasse e portando avanti un’impresa nel momento più buio degli ultimi anni». Questa la denuncia di Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Grosseto.
Un fenomeno, quello dell’abusivismo che Ciani inquadra anche attraverso i numeri: «In Italia si registrano 827.000 irregolari, di cui diecimila in provincia di Grosseto, con un’evasione complessiva pari a undicimila milioni di euro, che rappresenta circa un punto del Pil nazionale. Le imprese italiane colpite dalla concorrenza sleale sono 900mila, in Maremma 3500 aziende risentono di questo fenomeno: tra i più interessati i parrucchieri, i centri estetici, i tassisti, chi noleggia auto, gli edili, gli impiantisti, chi ripara mobili e arredi e chi produce oggettistica e tappezzeria. Dati questi che certamente non confortano, ma che devono spronare le istituzioni a proteggere le categorie artigiane dal dilagare di chi non rispetta le regole: vedere in giro mercatini artigianali, che nulla hanno a che fare con l’artigianato, o trovare sul web offerte di prodotti o servizi venduti come artigianali, ma che in realtà sono tali, non fa che aumentare la rabbia di chi fatica ad andare avanti».
«Serve un’azione coordinata e mirata che vada veramente a contrastare il fenomeno: non per nulla, nel corso dei mesi passati, la Confartigianato Imprese Grosseto ha promosso una campagna di sensibilizzazione dal titolo “E se domani non ci fossero più gli artigiani?”, proprio per far capire a tutti, consumatori e istituzioni, il valore della nostra gente, troppo spesso messa ai margini e non considerata invece, come dovrebbe essere, un patrimonio nazionale da salvaguardare – conclude Ciani -. Dobbiamo difendere il made in Italy che tutti ci invidiano».