di Giulio Gasperini
CALDANA – Dopo essere rimasto chiuso un paio di anni a causa di urgenti e complessi lavori di restauro, l’Oratorio di Sant’Antonio a Caldana ha riaperto le porte per ospitare, come da tradizione, il grande presepe monumentale della Parrocchia. Realizzato con grandi statue lignee provenienti da Ortisei, il presepe della comunità di Caldana viene realizzato, ogni Natale, sulla base di un preciso concetto, perché possa insegnare qualcosa, oltre che stupire e scatenare l’ammirazione per la sua bellezza e ingegnosità.
Quest’anno il parroco don Enzo Mantiloni ha spiegato dettagliatamente i motivi e le ragioni dell’allestimento, che si basa sull’idea dell’Incarnazione e del dono. In particolare, i due elementi che colpiscono guardando il presepe sono la grande Croce, rappresentata in fondo al presepe, dietro la Sacra Famiglia, e un’enorme ostia, sull’altare della Chiesa.
Questi due elementi simboleggiano il percorso che si apre con la nascita di Gesù, nella notte di Natale; ma che non si conclude semplicemente così. Anzi: la sua nascita è preludio di qualcosa che troverà compimento in altri tempi: “Dio si incarna, si fa bambino, uomo, per essere vicino a noi, per condividere la nostra vita, per ‘donare sé stesso’ a noi, per salvare tutta l’umanità”.
Questo volere, questo “dono di sé”, si concreta principalmente nell’immagine della Croce, che troneggia sulla rappresentazione della Natività. Ecco il legame indissolubile e inscindibile tra Natale e Pasqua, tra la nascita e la morte e risurrezione. “Il dono però non termina qui: Gesù vuole rimanere ancora tra noi nel Pane dell’Eucarestia, per ‘donare sé stesso’ a noi in cibo”. In conclusione, il Presepe di Caldana è manifesto del dono che Gesù ci ha fatto di tutto sé stesso, per noi.
Il Presepe sarà visitabile nella Chiesa di Sant’Antonio fino ai primi giorni di febbraio.
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