GROSSETO – «Dal 13 dicembre scorso sono cambiate le modalità di etichettatura degli alimenti in tutta l’Unione Europea». A parlare è Renzo Alessandri, direttore provinciale Cna «Al riguardo, sono da segnalare le disposizioni relative ad una migliore “leggibilità” delle etichette (dalle dimensioni dei caratteri alle informazioni obbligatorie apposte nello stesso campo visivo), all’indicazione del paese di origine e della provenienza delle carni suine, ovine, caprine ed avicole (obbligatoria dal 1° aprile 2015), alla trasparenza delle informazioni: dovrà essere specificata con precisione, come nel caso degli “oli vegetali”, la reale natura degli ingredienti (olio di oliva, olio di palma, olio di semi, eccetera), e perfino l’indicazione dell’operatore alimentare responsabile delle informazioni sul prodotto, al posto dello stabilimento di produzione».
«Ma le novità principali, quelle che stanno preoccupando maggiormente gli operatori interessati, attengono da un lato all’etichettatura nutrizionale e dall’altro all’estensione dei nuovi obblighi all’intera la filiera alimentare – prosegue la Cna -. L’obbligo di etichettatura nutrizionale (anche se è già possibile, ovviamente, utilizzarla) entrerà in vigore solo nel dicembre del 2016; il Regolamento stabilisce alcune esenzioni, ad esempio per “gli alimenti, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante di piccole quantità di prodotti al consumatore finale o a strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale”».
«Per ciò che riguarda invece l’estensione degli obblighi a tutta la filiera, la novità più dirompente è quella della possibile inclusione, tra i soggetti chiamati ad “etichettare” gli alimenti, anche del comparto della somministrazione – precisa Alessandri -. Visto che già da alcuni anni molti esercizi di vendita di prodotti sfusi fanno ricorso al cosiddetto “cartello unico” (vedi panetterie, pasticcerie, gelaterie, pizzerie a taglio, gastronomie, ecc.), per tali categorie le novità potrebbero limitarsi all’esposizione dei cartelli che indicano gli ingredienti, segnalando l’eventuale presenza di uno dei 14 allergeni (glutine, uova, latte, pesce, frutta a guscio, molluschi, crostacei, solfiti, lupini, sedano, arachidi, semi di soia, semi di sesamo, senape), ed evidenziandone la presenza con caratteri in grassetto o diverso colore. Anche nel caso della somministrazione, parimenti, lo snodo centrale gira intorno alla presenza degli allergeni. In molti invocano la possibilità di sostituire l’obbligo scritto con quello della comunicazione orale da rendersi obbligatoriamente su richiesta, come pare avvenga in molti altri paesi europei».