MANCIANO – I sindaci dei Comuni di Manciano, Sorano, Capalbio, Monte Argentario, Scansano, Pitigliano, Orbetello, Magliano in Toscana e Isola del Giglio, intervengono in seguito all’assemblea dei Comuni dell’Ato in cui sono stati chiamati a ratificare il costo dei servizi svolti dal gestore nel 2014 e quelli dei prossimi anni. La proposta fissa il costo del servizio su tutto l’Ambito a 98 milioni di euro per il 2014 ma, con aumenti progressivi, arriverà a 102 milioni di euro nel 2017. «Questa proposta – spiegano i sindaci – è di fatto fallimentare: già dal 2014 i cittadini spendono di più per il servizio, che vedrà aumentare i costi progressivamente negli anni successivi. Tutti i sindaci dell’area sud hanno votato contro la delibera proposta, accompagnati da altri 16 sindaci di piccoli comuni. La distribuzione del peso dei voti in assemblea, che privilegia i Comuni capoluogo di provincia e quelli sede di impianti, non ha permesso che i voti contrari prevalessero».
«Da una parte – continuano i sindaci – si riscontra la totale assenza del rischio d’impresa per Sei Toscana, gestore unico, garantito dall’inserimento di alcune voci di costo ingiustificate, una su tutte, la creazione di un fondo svalutazione crediti, pagato preventivamente dai cittadini, da utilizzare per coprire le eventuali morosità dei Comuni del valore di 1 milione di euro l’anno e il rischio interfaccia gestione impianti, per cui non sarebbero i gestori degli impianti di smaltimento a fatturare direttamente ai Comuni, ma l’operazione amministrativa sarebbe condotta da Sei Toscana che, per questo servizio, riscuoterà 600mila euro l’anno dai soli comuni del grossetano. Dall’altra, le scelte strategiche operate dal Comitato direttivo di Ato sono fondate sul potenziamento degli impianti di selezione e smaltimento a cdr, con logiche e meccanismi che sembrano remare verso una direzione antitetica rispetto agli obiettivi di raggiungimento della raccolta differenziata previsti dalla normativa europea. Obiettivi che, per ammissione della stessa autorità nei propri rendiconti annuali, non sono stati raggiunti e, in molti casi, non saranno raggiungibili nemmeno in tempi brevi».
«Le somme che si prevede di investire sugli impianti sarebbero più che sufficienti per implementare con successo la raccolta differenziata – prosegue la nota dei sindaci -, arrivando alla definizione di un meccanismo puntuale che incentivi la cittadinanza alla differenziazione mediante meccanismi di premialità ed inserendo nel sistema impiantistico le strutture necessarie per la corretta valorizzazione e recupero delle frazioni differenziate, arrivando alla prospettata autonomia gestionale in tutta l’area dell’Ato Toscana sud. La programmazione del servizio come proposta dai sindaci dell’area Grosseto sud, porterebbe ad una riduzione dei rifiuti in valore assoluto, a percentuali di raccolta differenziata sopra al 70 – 80 per cento, con la conseguente drastica riduzione di discariche e inceneritori il cui numero tenderà a zero nel giro di pochi anni».
«Si ridurrebbero così emissioni nocive e possibili inquinamenti delle falde, in relazione anche alla salute degli abitanti e a quella dell’ambiente, oltre al riutilizzo su larga scala di materie prime-seconde. Questo percorso garantirebbe nel breve periodo un abbassamento del costo pro-capite della bolletta e un aumento notevole di posti di lavoro. Il nostro obiettivo – concludono – è quello di ampliare la discussione sul tema dei rifiuti per avere il sostegno dei cittadini per la costruzione della soluzione al problema. Ma è anche quello di aprire una discussione con gli organismi dirigenti dell’Ato per programmare la riconversione di tutto il sistema verso la raccolta differenziata. Invitiamo, così, tutti i sindaci dei 109 Comuni ad esaminare questa possibilità».