MANCIANO – «Quello che è successo nel PD di Manciano con le dimissioni dei tre segretari, tra cui due di circolo, ha dell’assurdo. Non siamo meravigliati: l’incoerenza, unita a superficialità politica, è stata il denominatore comune della lista congressuale che aveva vinto l’ultimo congresso comunale nel nostro Comune». Con questa dura risposta quella che era stata definita ieri, dalla parte dimissionaria del partito mancianese, la “minoranza Pd” risponde ai compagni di partito. «Crediamo che non si sia mai visto che una maggioranza si dimetta quasi in blocco senza far pesare i propri numeri e le proprie strategie nella gestione maggioritaria del partito – prosegue la nota firmata da Pino Romagnoli, Franca Morelli, Sandra Ghilardi, Carlo Zingoni, Ivan Rizzuto e Alessandro Giomarelli -. Ma ogni evento, pur inconcepibile che sia, ha una storia passata, che pesa come una macchia indelebile nelle scelte future. Pensiamo che il cosiddetto rinnovamento abbia in modo contraddittorio ripercorso gli schemi della vecchia politica e per puro infantilismo, e incapacità strutturata abbia finito il proprio corso, avvitandosi su se stesso».
«Troppo frequenti le riunioni extrasezione e le ricerche di condivisione, di appoggio e tutoraggio di esponenti del partito a livello provinciale che hanno partecipato ad un percorso finito nel nulla – si legge ancora -, troppi documenti da presentare e mai presentati, troppe assenze e poche, pochissime riunioni di unione comunale, di circolo e con gli iscritti, troppe tessere tenute nel cassetto senza iniziare il tesseramento, molta sicurezza all’inizio e scarsa voglia di combattere subito dopo, e molta superficialità. Un partito va governato e alimentato per crescere tra la gente, specie in questo delicato momento politico. Questo in fondo è successo: un “nulla” che ha dato però la giustificazione a lasciare le cariche per scrollarsi di dosso un peso, imputando il tutto alla minoranza interna. Ma ce di più. L’analisi politica dei dimissionari, tutti diventati renziani, anche quelli che non ne erano al momento del congresso, è arrivata a colpire anche il Sindaco e la sua Giunta, con una superficialità senza precedenti, imputando vaghe corresponsabilità sulle dimissioni in blocco dei segretari. In più una rimarcata sfiducia per le scelte amministrative operate. Un bel lavoro politico questi giovani, sulla costruzione di strategie future».
«Ora sta a noi ricostruire quel poco che ci hanno lasciato, insieme ai quattro componenti della lista che non si sono dimessi (segno di una divisione anche interna). Rimane un ultimo consiglio: non date lezioni di moralità e di trasparenza. Durante il congresso avete iscritto al partito, un’ora prima della chiusura delle urne, e all’insaputa dei vostri candidati, più di trenta cittadini/elettori comunitari. Almeno un po’ di decenza e di onestà intellettuale – conclude la nota -: avete avuto la vittoria congressuale con quei voti».