MANCIANO – Dimissioni di massa all’interno dell’unione comunale del Pd di Manciano. Ieri si sono dimessi il segretario dell’unione comunale Alberto Bertinelli, il segretario del circolo di Manciano, Valentina Detti e il segretario del circolo di Saturnia, Francesco Mazzoli, con loro hanno deciso di lasciare anche i otto membri del direttivo, eletti nella stessa lista nel congresso: Alessandra Balocchi, Alberto Bianchi, Alessandro Bruni, Anna Brugi Nutarelli, Gabriele Golinelli, Hannah Lesch, Matteo Bartolini, Stefano Cappelli; e quattro membri dell’esecutivo nominato dal segretario Bertinelli: Andrea Piccini, Ernesto Giomarelli, Federico Bassanelli, Roberto Bonemei.
«E’ questo l’epilogo di una situazione tesa, fratturata che non ha trovato una soluzione condivisa – affermano i dimissionari -. I tre segretari e gli otto membri del direttivo sono stati eletti al congresso del 25 ottobre 2013, nella lista schierata con Futuro PD di Simiani, e con quelle idee di rinnovamento, di apertura si sono messi a disposizione del partito. Il nuovo percorso sperato, con un partito dinamico, più presente tra le persone e come luogo di confronto costruttivo non è riuscito mai a partire. Quello uscito dal congresso è stato un partito diviso, che nel tempo ha visto il radicarsi delle posizioni e che non ha permesso un confronto politico sano; il gruppo vincitore del congresso si è trovato continuamente a doversi difendere dagli attacchi da parte della minoranza del direttivo».
«Non vogliamo essere corresponsabili di un gestione del partito che non approviamo, lontano dalle esigenze della gente – dichiarano i segretari dimissionari -. Troppo poche le riunioni sulle questioni riguardanti la gestione della cosa pubblica e troppe quelle per attaccare il segretario Bertinelli e il nostro gruppo. Accuse infondate, sia politiche che personali, toni violenti e una gestione delle scelte amministrative non condivisa. Se non possiamo essere utili al partito e alla nostra comunità, se non possiamo discutere le idee politiche, per noi viene meno il senso del nostro ruolo».
«Siamo stati eletti perché i tesserati hanno dato un’indicazione chiara, richiedendo un cambiamento di passo, è anche nel rispetto di queste persone che abbiamo deciso di dimetterci – continuano i segretari -. Abbiamo cercato di attuare il nostro progetto di rinnovamento, ma ci siamo trovati di fronte ad un muro di gomma. In questi mesi abbiamo cercato di andare oltre, per superare lo stallo creatosi e lavorare uniti per la nostra amministrazione e per il bene del partito; ma purtroppo non è stato possibile, dall’altra parte non abbiamo trovato l’apertura al dialogo, con una visione egoistica si è preferito portare il partito al collasso. Come il Visconte di Calvino diviso a metà, non riusciva ad essere completo, ad essere un vero uomo, così il Partito Democratico di Manciano diviso a metà, non può essere un partito completo, maturo e di sinistra».