di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
FOLLONICA – «Non è una nostra vittoria, ma della legalità che abbiamo ristabilito in consiglio comunale». Gabriele Cecchini, capogruppo del Movimento 5 Stelle a Follonica, mette così il punto sulla vicenda che ha visto i pentastellati della città del golfo, promotori di un’azione popolare che ha estromesso dal consiglio comunale Daniele Baldi su sentenza del giudice. Una notizia che ha destato clamore, sulla quale il Movimento 5 Stelle follonichese non vuole cantare vittoria, ma piuttosto esprimere preoccupazione: «Avevamo segnalato la cosa già prima dell’azione popolare, non ottenendo risposte significative, o addirittura ricevendo rassicurazioni in merito dalle istituzione – spiega Cecchini -. Per questo abbiamo deciso di fare tutto da noi, come singoli cittadini e siamo arrivati al punto. Preoccupa vedere che da altre forze politiche sono arrivati, prima di tutto, segnali di solidarietà a Baldi, verso il quale non abbiamo nulla di personale, ma che doveva ben sapere, vista la sua posizione di dirigente Asl, di non potersi candidare a sindaco. Il danno sarebbe stato ancora più grave se fosse diventato primo cittadino».
Cecchini si dichiara poi stupito dalle prime reazioni di Baldi alla notizia: «Mi aspettavo che si cospargesse il capo di cenere – aggiunge – chiedendo, prima di tutto, scusa ai suoi elettori. Come movimento non abbiamo niente contro di lui, ma in tutta questa faccenda che perde è il sistema, incapace di controllare questo tipo di situazione e di tutelare i cittadini».
«Siamo orgogliosi di aver intrapreso questa strada andando noi stessi a studiare le leggi e a controllare i regolamenti – spiega l’attivista Tiziano Gianfaldoni -. E’ la dimostrazione che gli strumenti per ottenere legalità ci sono e qualsiasi persona, con un po’ di coraggio e voglia di fare, può tranquillamente attivarsi. Le istituzioni hanno fatto “melina” troppo a lungo su questa situazione, quindi abbiamo agito di conseguenza. Non abbiamo ottenuto alcun vantaggio politico su questa azione, ma l’abbiamo fatto per il rispetto delle regole».