di Barbara Farnetani
GROSSETO – 8 tra dipendenti e sindacalisti. Sono loro che faranno il primo “turno di guardia” nella palazzo della Provincia in cui è in corso l’occupazione contro i tagli al decreto Del Rio. Un’occupazione che andrà avanti, ad oltranza, sino alla Befana. «Sabato e domenica saremo in 30, alcuni resteranno a presidiare l’interno, mentre altri staranno fuori a fare volantinaggio – afferma Simona Piccini della Cisl Fp – perché vogliamo che la gente capisca che non ci sono solo in gioco i posti di lavoro, ma anche i servizi a tutti i cittadini».
«In principio abbiamo cercato di capire dove voleva andare questa riforma se c’era la possibilità di un percorso condiviso, di riorganizzazione – prosegue Piccini -. Poi abbiamo iniziato a notare delle reticenze sino a che nell’ultimo mese si è parlato chiaramente di tagli alle Province ma anche alla Regioni. C’era un braccio di ferro tra Regione e Stato e noi eravamo in mezzo. Lunedì eravamo a Firenze, martedì a Roma e non ci sono state prospettate alternative se non un taglio del 50% del personale. Lì si è iniziato a parlare di occupazione: a Grosseto i tre sindacati si sono trovati d’accordo anche se temevamo che la gente non ci venisse dietro. I dipendenti pubblici non sono abituati ad azioni di protesta così forti. E invece il livello di adesione è stato buono: in 250 hanno dato disponibilità a fare turni di occupazione, sui quasi 500 dipendenti».
Intanto la funzione pubblica ha trasferito lì la segreteria «Così occupiamo e lavoriamo» precisa Chiara Andretta presidente della Rsu Cgil della Asl che sta partecipando per solidarietà con i colleghi. «Ad ora – precisa Cinzia Fiacchi della Cgil Fp – a livello nazionale il maxi-emendamento non è andato in discussione. Ieri sera doveva passare la fiducia e invece c’è in corso la riunione dei capigruppo. Forse la nostra mobilitazione, che si è estesa a tutta Italia, qualche risultato lo sta già dando. Certo resta la grande criticità del taglio di un miliardo di euro alle Province, che avrà una ricaduta pesante sui servizi, ma se si riparte dal decreto Del Rio parlando di riorganizzazione e non di tagli se ne può parlare».