GROSSETO – Prosegue l’incessante operazione dell’associazione Terramare per costruire assieme alla cittadinanza le basi per un contratto di Fiume Ombrone, ossia lo strumento di programmazione e pianificazione strategica per la riqualificazione del bacino fluviale Ombrone. Dopo la presentazione delle linee guida per la strutturazione dei contratti di fiume presentate a Firenze lo scorso primo dicembre, Terramare avvia una vera e propria campagna di sensibilizzazione a tutti i livelli. «E’ fondamentale coinvolgere e responsabilizzare i cittadini nei processi decisionali – afferma Maurizio Zaccherotti, Presidente Associazione Terramare e Coordinatore Area Acquaviva UISP – a tutti i livelli e contesti, prevedendo, nella definizione delle politiche in materia di acque, un’azione promossa direttamente dai portatori di interesse e non imposta dall’alto. L’associazione Terramare intende valorizzare la risorsa fiume partendo dalla sua messa in sicurezza, facendo conoscere l’Ombrone nelle sue bellezze e criticità con l’obiettivo principale di uscire dall’emergenza e ragionare sulle operazioni da realizzare».
Da questo presupposto proprio la scorsa domenica l’Associazione Terramare e l’Area Acquaviva Uisp hanno organizzato una discesa di monitoraggio del fiume Ombrone (18 km dal Ponte di Campagnatico ad Istia) per evidenziare le criticità del fiume Ombrone che d’altro canto rimane uno dei fiumi più belli e selvaggi della Toscana che dovrebbe essere maggiormente valorizzato. Durante la discesa del fiume sono stati registrati per mezzo di action camera, alcuni video che mostrano in maniera evidente alcune operazioni effettuate sulle sponde del fiume che rappresentano un fattore di rischio per esondazioni e aumento dei processi erosivi. I video sono visionabili sulla pagina Facebook Terramare sezione Video. Da una prima analisi dei dati raccolti durante il monitoraggio del fiume è stato possibile riscontrare alcuni importanti aspetti: gli effetti negativi provocati dall’abbandono in sponda dei manicotti di irrigazione utilizzati in agricoltura: tonnellate di plastica non più recuperabile, inquinante e pericoloso per il deflusso delle acque; l’estrema pericolosità dovuta dalla presenza di discariche abusive direttamente sulla sponda del fiume a testimonianza che il fiume viene concepito come una fogna; l’importanza di conservare e valorizzare la fascia di vegetazione ripariale che offre rifugio all’avifauna e soprattutto svolge un importante ruolo di contenimento dell’erosione. Qualsiasi opera di contenimento realizzata dall’uomo nel corso del tempo è risultata inefficace a fronte di un continuo disboscamento operato sulle sponde del fiume.
In sintesi l’associazione Terramare rimarcando l’importanza della vegetazione ripariale nel ridurre i rischi di esondazione ed erosione sostiene che le devegetazioni spinte sono comunque assolutamente da evitare e che non è ammissibile l’eliminazione completa della vegetazione riparia arbustiva e arborea; che il prelievo o l’abbattimento di piante di alto fusto in area golenale, dovrebbe limitarsi agli esemplari morti o debolmente radicati, che potrebbero essere facilmente scalzati dalla corrente in caso di piene; che è sempre necessario adottare metodi di realizzazione da non compromettere in modo irreversibile le funzioni biologiche dell’ecosistema cercando di arrecare il minimo danno possibile alle comunità animali e vegetali presenti. «Con questi presupposti – prosegue Maurizio Zaccherotti – la nostra associazione ha deciso di avviare una serie di incontri con i sindaci dei comuni interessati dal corso del fiume Ombrone, con il Consorzio Bonifica e con i singoli cittadini interessati al tema per porre le basi della costituzione di un tavolo di lavoro sulla valorizzazione del fiume Ombrone».