di Sabino Zuppa
ALBINIA – Spiegazioni sui possibili sviluppi dell’apertura del processo e raccolta di informazioni, opinioni e testimonianze che potrebbero essere utili a far partire e proseguire le indagini sulle morti dell’alluvione di Albinia del 2012.
Questa la sostanza dell’assemblea pubblica svoltasi ieri sera al circolo bocciofilo di Albinia dove circa un ottantina di alluvionati hanno ascoltato le spiegazioni degli avvocati Matteo Mittica e Lucia Biagi, i legali della famiglia della signora Lina Balocchi che morì in conseguenza del trauma dell’alluvione e riguardo al cui caso il gip del tribunale di Grosseto ha chiesto di recente al pubblico ministero di fare ulteriori approfondimenti dopo la precedente richiesta di archiviazione.
Proprio da qui è partita la serata, ossia dal risultato raggiunto un paio di settimane fa dai due legali e da quelli dei tre operai dell’Enel che persero la vita al ponte di Sant’Andrea, che sono riusciti a riaprire un caso che sembrava chiuso dopo una precedente richiesta di archiviazione del Pm.
Una richiesta che sembrava aver fatto leva sull’eccezionalità dell’evento, sulla imprevedibilità di tutti i fatti che si susseguirono rispetto ai quali, invece, secondo i due legali non ci fu una giusta gestione dell’emergenza.
In poche parole, si poteva fare molto di più, e ne sarebbe prova anche la mancanza di un piano di protezione civile approvato nel Comune di Orbetello che magari avrebbe potuto permettere una migliore e più celere attività di avviso ed aiuto ai cittadini, come per esempio la signora Balocchi che si mise in viaggio verso Marsiliana per andare a lavoro ritrovandosi nel bel mezzo dell’inondazione.
Rispetto al possibile proseguo delle indagini, Mittica e Biagi, hanno poi fatto appello ai presenti affinché si fornissero eventuali informazioni utili da allegare ai fascicoli della causa e da sottoporre agli inquirenti per aiutarli nel loro lavoro.
Il tutto finalizzato non solo al risarcimento dei danni subiti dalla famiglia Balocchi da loro rappresentata, ma anche alla possibile costituzione in parte civile nel processo di tutti coloro che subirono danni in quell’alluvione del novembre 2012. In pratica un “pass” giuridico per tutti gli alluvionati che ebbero danni e che potrebbero subentrare nel processo insieme ad associazioni o altre realtà che i giudici decideranno eventualmente di ammettere.