GROSSETO – Il Museo di Storia Naturale della Maremma festeggia i suoi cinque anni di vita nella nuova sede che fu inaugurata nel 2009 da Piero Angela, dal sindaco Emilio Bonifazi e dall’allora presidente della Fondazione Grosseto Cultura Giampaola Pachetti. Proprio quell’occasione coincise con l’assegnazione, da parte del Comune di Grosseto, della gestione del museo alla Fondazione stessa. Oggi il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, il presidente della Fondazione Grosseto Cultura Loriano Valentini, l’assessore Giovanna Stellini e il direttore del Museo Andrea Sforzi hanno aperto le porte il pubblico per un resoconto dell’intensa attività scientifica e per uno sguardo ai progetti in cantiere.
La storia è ben più lunga: Giuseppe Guerrini, fondatore e primo direttore del museo, mediante una instancabile raccolta di campioni naturalistici, già all’inizio degli anni ’60 pose le basi di quello che sarebbe diventato di lì a breve il Museo Civico di Storia Naturale di Grosseto (che successivamente muterà il proprio nome in Museo di Storia Naturale della Maremma). Sotto la direzione di Guerrini, che oggi viene ricordato con la presentazione di un volume a lui dedicato, e il supporto della Società Naturalistica Speleologica Maremmana le collezioni sono state costantemente arricchite e collocate successivamente in tre ubicazioni, inclusa la sede storica di via Mazzini 71, che ospiterà l’istituzione dal 1981 al 2002, anno di chiusura del museo. Seguiranno sette anni di intenso lavoro che porterà, grazie ai finanziamenti della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, alla apertura del museo nel 2009 nella sua attuale sede.
«Sono stati cinque anni intensi, ricchi di iniziative coinvolgenti, con una capacità attrattiva importante – commenta il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi -. Il nostro Museo di Storia Naturale è un piccolo gioiello, denso di cose da vedere, spaccato realistico di questa terra e della sua storia geologica e floro-faunistica. Accompagnare un bambino o un turista in questo angolo di atmosfere e paesaggi racchiusi in due piani, allestiti con evidente sapienza, è un viaggio che coinvolge e appassiona. Questo museo merita tutto il nostro impegno di amministratori perché se lo conosci, lo frequenti».
Ma cosa rappresenta il museo oggi? Nell’idea del suo direttore, Andrea Sforzi: «una istituzione sempre più viva e ispirata alla partecipazione dei cittadini alle attività scientifiche e di monitoraggio del nostro territorio». Sdoganata l’idea di luogo austero e polveroso, per soli specialisti, il museo si è trasformato in un punto di riferimento per le attività didattiche, gli approfondimenti scientifici e culturali e, soprattutto, un centro (unico in Italia) per la diffusione della citizen science, la scienza partecipata che vede il coinvolgimento diretto di persone comuni al fianco di ricercatori.
Cosa attendersi dunque nei prossimi anni? «Una sempre maggiore espansione di questo settore – come spiega Loriano Valentini -, una crescente sinergia con Università e centri di ricerca a livello regionale, nazionale ed europeo ed un ruolo di guida in seno alla Associazione Europea di Citizen Science (ECSA), con sede a Berlino, in cui il nostro direttore riveste un ruolo di prestigio e il nostro museo è al momento l’unico ente italiano presente».
Per il 2015 la Fondazione investirà risorse per aumentare la visibilità del Museo e il numero delle visite, sulle quali ancora non c’è piena soddisfazione. «Si tratta di un altro luogo della cultura recuperato e rilanciato nel circuito della attività scientifiche locali e nazionali. Questo il nostro Museo di storia naturale alla luce dei suoi primi nuovi 5 anni di vita – conclude l’assessore alla Cultura del Comune di Grosseto, Giovanna Stellini -. Il passato, il presente e il futuro del nostro territorio, alcuni dei saperi e soprattutto testimonianze evidenti della sua natura, passano da qui e in questo luogo hanno ripreso forma nelle molteplici iniziative che il Museo, grazie a personale esperto e competente, è riuscito a promuovere coinvolgendo le scuole e i cittadini».