GROSSETO – In merito alla notizia dell’impossibilità di utilizzare materiale Eurovinil per realizzare il presepe nell’atrio del palazzo vescovile, il vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni offre qualche parola di riflessione: «In questi giorni, in Diocesi, è stato distribuito un messaggio di Natale in cui invito tutti a fare il Presepe. Esso è, per i credenti, il segno attraverso cui contemplare con gli occhi della carne, della fede e del cuore Dio che si fa bambino per abitare la realtà e la storia di ogni uomo. La realtà non è mai magica, idilliaca o perfetta. Spesso è segnata da momenti di fatica e di sofferenza, che sembrano annebbiare la gioia e la bellezza. Con il farsi uomo del Figlio di Dio, la vita diventa autenticamente più umana. Per questo abbiamo bisogno di guardare il suo presepe, di contemplarlo con semplicità, di metterci dinanzi a Gesù. Abbiamo bisogno di realizzarlo anche nel palazzo vescovile, nel suo atrio affacciato sul corso».
«Il motivo che mi ha mosso, come vescovo di questa Diocesi, a chiedere ai lavoratori dell’azienda in questione di realizzare con noi il presepe è questo: dire che Gesù, il figlio di Dio, si è fatto uno di noi per coinvolgersi nelle situazioni della nostra vita. Non siamo stati originali nel pensare a una tenda – aggiunge il vescovo. E’ proprio il Vangelo di Giovanni ad usare una bellissima espressione: “Dio ha posto la sua tenda in mezzo a noi”. Ho ritenuto significativo poter deporre l’immagine del bambino dentro una tenda realizzata nel nostro territorio: Dio viene a stare lì dove noi siamo, così come siamo e con la realtà che ci è dato di vivere in questo momento, compresa la fatica quotidiana o l’incertezza del lavoro».
«Non c’è stata e non c’è alcuna intenzione diversa da questa. Nessuna polemica: continuiamo a credere nel linguaggio dei segni per dire a tutti di guardare, ascoltare e fare Natale – conclude -. Le lavoratrici, che con tanta cortesia si sono dette disposte a collaborare, continueranno ad essere le benvenute se vorranno allestire con noi il presepe, per dire insieme che Dio non si stanca di piantare la sua tenda tra le case degli uomini».