SCARLINO – Bassi livelli di radioattività, inferiori a quelli delle rocce. Sono queste le conclusioni delle analisi compiute dall’Arpat alla Tioxide di Scarlino, nella discarica di gessi rossi collocati nella cosiddetta area a più di fabbrica.
I sopralluoghi sono stati eseguiti tra il 13 e il 21 novembre in giornate in cui era possibile effettuare i test opportuni.
«Le verifiche effettuate nei siti di smaltimento dei gessi rossi – si legge nella nota ufficiale di Arpat – confermano il quadro atteso, ovvero che i livelli di irraggiamento esterno sono i più bassi misurati in Toscana, inferiori al fondo ambientale che normalmente si trova nel nostro territorio e molto inferiori ai livelli che caratterizzano le aree dove sono presenti rocce di origine vulcanica a chimismo intermedio acido, ovvero soprattutto in provincia di Grosseto e nelle isole, ma non nella piana di Scarlino, e molto marginalmente nella zona circostante».
«A fronte di tali evidenze – si legge ancora –, non vi è alcun presupposto per considerare i siti interessati dallo smaltimento dei gessi rossi come potenzialmente contaminati da attività antropica, né tantomeno che nel caso dei gessi rossi vi sia stato uno smaltimento o un reimpiego di materiali che non potessero essere trattati prescindendo dalle loro caratteristiche radiologiche. Dal punto di vista radiologico, i gessi rossi non contribuiscono all’esposizione alla radioattività naturale ma rappresentano di fatto un miglioramento alla situazione che più frequentemente si presenta in
Risultati e misurazioni – “I valori misurati confermano che l’irraggiamento è molto basso, inferiori al fondo ambientale che normalmente si trova nel nostro territorio e molto inferiori ai livelli che caratterizzano le aree dove sono presenti rocce di origine vulcanica a chimismo intermedio acido, ovvero soprattutto in provincia di Grosseto e nelle isole, ma non nella piana di Scarlino, e molto marginalmente nella zona circostante”.
“Infatti, nei punti dove c’è solo gesso rosso, il livello è ai limiti strumentali, non superiore a 20 nGy/h (nanoGray/ora), mentre più frequentemente i valori di fondo ambientale variano tra 50 a 120 nGy/h, fino a oltre 200 nGy/h ad esempio sul Monte Amiata”.
“In pochi punti della discarica si misurano valori da 20 a 50 nGy/h, perché è presente anche terreno di riporto per il rinverdimento. Nei 3 punti di confronto (1 fuori dalla Tioxide e 2 sulla strada per Scarlino) i valori risultano 50-70 nGy/h”.