MONTE ARGENTARIO – Citare in giudizio il Comune per gli incidenti avvenuti sulle strade di proprietà comunale può essere, a volte, controproducente. E tutti quelli che, ogni anno, si trovano a citare il Comune per i danni fisici da incidenti avvenuti sulle strade comunali c’è anche si vede respinto il ricorso ed è addirittura condannato a pagare delle spese legali molto salate.
Proprio così, è di pochi giorni fa la notizia che un giudice del tribunale di Grosseto ha condannato un cittadino residente a Porto Santo Stefano che aveva denunciato il Comune per una caduta avvenuta nel maggio 2006, ordinandogli di pagare oltre 10 mila euro di risarcimento. L’uomo, allora giovane, aveva sporto denuncia per ottenere l’indennizzo dei danni subiti dall’incidente in cui aveva subito gravi lesioni personali ed aveva raccontato che mentre stava percorrendo quella via, per rincasare a tarda notte tra un sabato ed una domenica, aveva perso l’equilibrio perché il fondo stradale gli aveva ceduto sotto i piedi facendolo precipitare nella via sottostante, anche a causa della esiguità del piccolissimo muro di 30 centimetri posto come protezione.
Una circostanza che lo stesso cittadino avrebbe dovuto provare e che non era riuscito a fare invitando, oltretutto, un parente come teste di parte che rese una testimonianza, definita addirittura dal giudice, “incredibile”. Si perché, riguardo all’accaduto, quella mattina era intervenuto un vice brigadiere in servizio quella notte che aveva verbalizzato di essere giunto nei pressi di un hotel e di aver trovato il ragazzo in stato confusionale e che perdeva molto sangue tanto da rendersi necessario il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale con l’ambulanza.
Il Carabiniere si era preso cura poi di avvertire la famiglia dell’infortunato, circostanza questa che insieme alle altre contrastava con la testimonianza di uno zio del cittadino argentarino che dichiarò invece di essere insieme al nipote durante l’accaduto e, nonostante l’uomo perdesse sangue, di averlo lasciato da solo per recarsi lui stesso a piedi ad avvertire la famiglia perché aveva il cellulare scarico, senza oltretutto riuscirci a causa dell’ora presta del mattino. Dichiarazione ritenuta molto dubbia dal tribunale tanto da causare il trasferimento degli atti della testimonianza anche alla Procura di Grosseto.