GROSSETO – «Ci domandiamo: gli agronomi, hanno letto gli stessi progetti che noi abbiamo ottenuto dalla Provincia con accesso agli atti?». Salviamo le Pinete interviene così sulla diatriba che da giorni si sta sviluppando e precisa che «Vogliamo informare i cittadini per sviluppare la sensibilità e il rispetto nei confronti della Pineta del Tombolo, una delle dieci meraviglie che il mondo ci invidia». «Le aree oggetto dell’intervento della Provincia sono anche quelli che l’Unione Europea dichiara habitat naturali o semi-naturali di grande importanza ecologica, naturalistica e scientifica – aggiungono -. Perciò eventuali interventi in queste aree devono porre estrema attenzione al mantenimento della copertura vegetale, all’ecosistema e soprattutto al delicatissimo habitat costituito da dune fossili su cui sono presenti proprio queste pinete».
«La pineta è un bene comune nella proprietà collettiva degli italiani come stabilisce la Costituzione e spetta ai cittadini, assieme ai naturalisti, zoologi, ornitologi, forestali, botanici, architetti del paesaggio, psicologi, antropologi, decidere come intervenire per curarla e mantenerla – concludono dal gruppo attivo di Salviamo le Pinete Grosseto-. In ogni caso, come abbiamo ripetutamente richiesto, invitiamo gli esperti di Provincia, Comune e ora anche Ordine degli Agronomi a un tavolo di confronto e decisione co-costruita sul presente e il futuro della pineta del Tombolo».
Sull’argomento e sulla stessa linea interviene anche Massimo Felicioni, consigliere comunale di Grosseto Oggi: «La pineta è un patrimonio ambientale di tutti. Allora non ci scaldiamo se molti cittadini e una parte della politica legittimamente non si sentono tutelati e si fanno sentire. La pineta è indubbiamente un ecosistema artificiale che necessita per la propria conservazione di gestione da parte dell’uomo. Che questo avvenga. Avvengano i tagli e le potature curative, ben vengano i tagli per la manutenzione e la gestione della pineta, ben vengano finalmente anche dei tracciati da percorrere a piedi dentro il sistema pineta per renderla più correttamente fruibile e controllata , ma che tutto ciò da ora in poi avvenga con criterio e perché frutto di un vero progetto di tutela ambientale, comprovato scientificamente e volutamente preventivamente condiviso con la comunità. Diversamente, è l’ora di avere il coraggio di dire tutti assieme basta di fare le cose senza un filo logico conosciuto e condiviso, o fare secondo una traccia decisa arbitrariamente da pochi. Questa non è la Maremma che vogliamo»