di Sabino Zuppa
MARSILIANA – Giornata cruciale quella di venerdì prossimo 28 novembre per le sorti degli alluvionati del territorio dell’Albegna perché l’assessore regionale Annarita Bramerini incontrerà tutti i proprietari dei terreni su cui si dovrà costruire l’ormai notissimo argine remoto, una struttura di protezione dalle esondazioni del fiume che per circa 7 chilometri affiancherà gli attuali spaltoni che proteggono il fiume dal ponte della Marsiliana fino al punto in cui l’Albegna incontra il suo affluente Magione.
Un appuntamento al quale saranno presenti i circa 40 agricoltori ai quali dovrebbe essere espropriata una porzione di terreno, i quali si confronteranno con l’amministratrice regionale che scenderà in Maremma insieme ai tecnici della Regione Toscana con l’obiettivo di risolvere questa importante questione che sarà propedeutica alla partenza del bando per la costruzione dell’argine remoto. Per accorciare i tempi, infatti, sarà necessaria unità di intenti e su questo saranno fondamentali i criteri con cui la Regione valuterà i terreni da espropriare, visto che in alcuni punti verranno attraversate aziende agricole che sfruttano quegli stessi appezzamenti di terreno per lo svolgimento della loro attività d’impresa.
Se ci fossero disaccordi si correrebbe il rischio di allungare i tempi per arrivare poi in seguito all’esproprio forzato per pubblica utilità. Un’eventualità che nessuno si augura, in maniera particolare gli abitanti delle campagne di Marsiliana ed Albinia che sono esposti al rischio maggiore delle esondazioni. Subito dopo l’incontro ci sarà anche un summit tra l’assessore Bramerini ed i tre membri del comitato di cittadini alluvionati eletto durante periodo del presidio di Marsiliana, Dario Santi per Orbetello, Claudio Fastelli per Magliano e Serena Bulgarini per il Comune di Manciano. In questo caso si parlerà di tempi di attuazione dei lavori, sia di quelli già programmati che di quelli che dovranno essere fatti, come ad esempio la costruzione dell’argine remoto, la sistemazione dell’argine del torrente Magione e l’escavazione dell’alveo del fiume riguardo ai quali gli alluvionati continueranno a chiedere risposte soprattutto sui tempi di attuazione.