di Sabino Zuppa
MONTE ARGENTARIO – Arrivano anche le attenzioni di Green Peace sul mare e sulla costa della provincia di Grosseto. La scorsa settimana, infatti, gli attivisti della famosa associazione internazionale sono giunti in Maremma per raccogliere l’adesione dei pescatori della Costa D’Argento alla loro nuova campagna internazionale contro la pesca eccessiva che sta svuotando i mari di tutto il mondo. Un’iniziativa che ha visto Green Peace protagonista in ben 20 nazioni differenti di tutti e cinque i continenti prima di giungere in Provincia di Grosseto a far visita ai pescatori artigianali di Porto Santo Stefano, Marina di Grosseto e Talamone.
Qui, i membri dell’organizzazione hanno incontrato anche Paolo Fanciulli, il pescatore talamonese da molti anni impegnato nella lotta alla pesca illegale ed hanno promesso un appoggio per la imminente partenza del progetto della Casa dei Pesci, che vedrà il collocamento di sculture e di blocchi dissuasori contro la pesca a strascico sul fondale del mare grossetano. Green Peace, tuttavia, prima di giungere in Maremma ha ascoltato i pescatori di mezzo mondo lanciando un allarme contro i mega pescherecci responsabili della pesca eccessiva che è una minaccia per i nostri mari ma anche per la vita dei pescatori e delle loro famiglie, perché senza pesci non c’è futuro. Dai pescatori senegalesi che hanno mostrato uno striscione con scritto “La pesca eccessiva ci danneggia” a quelli delle Filippine, dall’Australia per giungere alle coste del parco della Maremma dove anche i pescatori artigianali delle marinerie di Talamone, Porto Santo Stefano e Marina di Grosseto, sono testimoni del declino che sta colpendo la loro stessa professione.
«Oggi oltre il 10 per cento delle popolazioni mondiali dipende dalla pesca per il proprio sostentamento – dicono da Green Peace – ma recenti studi scientifici hanno evidenziato che il 90 % degli stock ittici mondiali è pienamente o eccessivamente sfruttato e serve pertanto stabilire dei limiti alla pesca e regole efficaci per garantirne il recupero. Oltre al mare, ai fondali e alle risorse ittiche, i mega pescherecci danneggiano anche i piccoli pescatori artigianali che utilizzano metodi di pesca sostenibili e rappresentano la stragrande maggioranza della flotta peschereccia europea – insistono – ed ora spetta ai politici e ai ministri della pesca dell’UE rispettare gli impegni presi, e recentemente siglati dalla Riforma della Politica Comune della Pesca, per garantire la fine della pesca eccessiva e il sostegno ai pescatori che hanno invece un basso impatto sull’ambiente».