GROSSETO – E’ botta e risposta sullo stato delle pinete litoranee e sulle polemiche della gestione. L’ordine dei dottori agronomi e forestali precisa che: «Come tecnici apprezziamo l’interesse dei cittadini e della stampa per la gestione dell’importante patrimonio ambientale rappresentato dalle pinete costiere. Siamo però sconcertati dai toni cui alcuni soggetti, anche politici, ricorrono nel tentativo di impedire l’attuazione degli interventi forestali che sono necessari per la conservazione attiva delle pinete stesse. Innanzitutto è necessario sfatare il mito secondo cui le pinete costiere sarebbero capaci di “autotoregolarsi” senza richiedere alcun intervento umano, neanche quelli atti a prevenire gli incendi. Le pinete ad esempio non sono in grado di autolimitare le infestazioni di insetti dannosi: se questi aggressori non vengono combattuti da subito, faranno addirittura scomparire i pini, che verranno sostituiti dalla macchia mediterranea».
«Purtroppo nel dibattito che è scaturito in questi giorni sul web e sulla stampa locale sono apparse inesattezze che denotano una lettura approssimativa degli atti; perfino l’ordinario diradamento, necessario per lasciare espandere le chiome dei pini più vigorosi ed idonei alla fruttificazione, è stato descritto come un intervento catastrofico. Inoltre, in relazione al presunto taglio di 7000 pini nella tenuta di San Carlo si fa presente che i numeri esatti sono di circa 10 volte inferiori (si tratterà al massimo di 800 piante su 16 ettari, probabilmente meno, la maggior parte attaccate da xilofagi o già morte, tanto che l’80% del volume del bosco resterà in piedi). Sempre sui progetti della Provincia, è stata diffusa l’informazione sbagliata che il sottobosco delle pinete verrà distrutto, in realtà si tratta di ripuliture programmate che servono a ridurre la massa combustibile presente in siti molto frequentati, per contenere il rischio di incendio e tutelare la sicurezza pubblica; poiché le piante del sottobosco non vengono estirpate ma solo tagliate, esse ricresceranno rapidamente».
«Come Ordine dei dottori Agronomi e Forestali, siamo i primi ad avere a cuore il nostro territorio, ci auguriamo quindi di non assistere più a polemiche strumentali della politica e ci mettiamo a disposizione dei cittadini per fornire informazioni scientifiche e trasparenti; così come siamo pronti a confrontarci con i portatori di interessi diffusi. Ma non possiamo accettare la messa in discussione della nostra professionalità, attraverso una distorsione del contenuto dei progetti e delle scelte forestali».
Sul tema però replicano i pentastellati: «Restiamo davvero sorpresi nel leggere le sconcertanti dichiarazioni dell’Ordine degli agronomi e forestali di Grosseto. Senza alimentare sterili polemiche, il M5S cittadino si chiede a quale titolo un rispettabile ordine professionale a livello provinciale, pretenda ora di emettere verdetti assoluti sulle nostre pinete, la cui sorte investe ben più ampi significati culturali, storici, paesaggistici, ecologici e naturalistici, per non dire del valore di attrazione eco-turistica, con enorme indotto economico, anche a livello nazionale e internazionale. Sono note all’Ordine degli agronomi tutte le norme comunitarie e internazionali e che difendono gli ambienti costieri e retrodunali, gli ecosistemi e la macchia mediterranea? Sono stati raccolti pareri di esperti e professionisti per scegliere le modalità di intervento più adatte alla conservazione del patrimonio verde in questione? Il M5S, fedele alle regole di trasparenza e correttezza di informazione verso i cittadini, ha richiesto la consulenza di qualificati professionisti, e solo dopo una attenta e scrupolosa analisi dei fatti ha assunto la posizione che ora l’Ordine degli agronomi e forestali vorrebbe contestare».
«Il M5S di Grosseto quindi torna a porsi la domanda: in base a quale indagine o assemblea o altra modalità di confronto con i propri professionisti iscritti l’Ordine esprime un giudizio che sembra, a questo punto, più politico che tecnico nella sostanza? Esiste un documento ufficiale stilato dagli esperti dell’Ordine che lo autorizzi a intervenire a nome di tutti gli iscritti, dando per scontato che i loro pareri siano totalmente concordi? Qualcuno ha ricordato che la Pineta è “bene comune”, di utilità sociale e di pertinenza dell’intera collettività, da difendere con ogni mezzo? – concludono – Domande semplici, a cui attendiamo ancora risposta».