AMIATA – I comitati amiatini e maremmani che si battono contro la geotermia che definiscono speculativa e inquinante hanno posto tre domande specifiche alla regione, durante la conferenza stampa del 20 novembre: bilancio idrico comprensivo dei consumi delle centrali geotermiche, identificazione e vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere, mappatura delle zone sismiche e relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità. «Queste tre domande facevano riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non erano mai state poste in essere – spiegano dai comitati -, e che sono, a nostro avviso, determinanti e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto che ha a che fare con il sottosuolo e le risorse custodite».
«A queste domande precise non c’è stata alcuna risposta – continuano -. Evidentemente il presidente Enrico Rossi e l’assessore Annarita Bramerini non possono rispondere, perché se lo facessero sarebbero costretti a dire la verità: che la Regione non ha mai posto in essere quanto è obbligo di legge e quindi non possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti geotermici non si vada ad impattare pesantemente con le risorse idriche, con le criticità sismiche e, quindi, con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre: l’unica risposta data diventa automaticamente una non-risposta, perché non si può rispettare il territorio quando non lo si conosce; non si può valorizzare il territorio, quando si concedono 38 permessi di ricerca (in Toscana) per arrivare a costruire nella provincia di Grosseto 20 nuove centrali geotermiche, oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare di confronto con le popolazioni locali, se di questi permessi, di questi progetti e degli accordi con le aziende (in gran parte straniere) che vorrebbero sfruttare la risorsa geotermica, noi cittadini lo veniamo a sapere dalla stampa».
«Queste non-risposte confermano quanto già sapevamo noi cittadini: che la Regione non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il suo piano geotermico, completamente indifferenti a quanto hanno chiesto a gran voce cittadini, aziende, associazioni di categorie e alcune amministrazioni locali – concludono dai comitati di Agorà CittadinanzAttiva, Comitato per la salvaguardia della Valle dell’Orcia Inferiore, Coordinamento Sos Geotermia -. Sappia, la Regione che la nostra pazienza ha raggiunto il limite: il futuro delle nostre vite, delle vite dei nostri figli, della nostra terra deve tornare nelle nostre mani, e lo sarà. Daremo battaglia in tutte le sedi, e sul territorio in primis, perché lo scempio che quelli che dovrebbero essere i nostri rappresentanti stanno portando avanti sia fermato».