FIRENZE – Dopo le province potrebbe toccare alle regioni. All’indomani del flop affluenza nelle due tornate delle elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria con percentuali bassissime di elettori alle urne, torna di attualità anche la discussione sul riordino delle regioni italiane.
Una discussione che per il momento viene fatta su una delle ipotesi di riforma già presenti in parlamento. Stiamo parlando della proposta di legge del deputato del Partito democratico Roberto Morassut. Con la sua idea le regioni italiane passerebbero da le attuali 20 a 12.
La Toscana finirebbe, tanto per fare un esempio che ci interessa da vicino, nella nuova Regione Appenninica insieme all’Umbria e alla provincia di Viterbo.
Una proposta che ha già ottenuto diversi apprezzamenti a cominciare dal segretario regionale del Pd Dario Parrini che sul tema ha aperto alcuni spunti di riflessione come riporta l’agenzia di stampa Dire. «Il numero delle Regioni italiane va bene così com’è o è meglio ridurlo? Le Regioni a statuto speciale vanno bene così come sono o no? Io sono in entrambi i casi per la seconda ipotesi, e per un intervento che in proporzione sia radicale quanto quello di cui si sta discutendo Oltralpe, dove il premier Valls ha proposto di passare da 22 regioni a 13 per dare loro dimensioni europee e capacita’ di elaborare strategie di sviluppo vere e su ampia scal».
Parrini ha poi parlato anche della riforma del Titolo V che attualmente è stata approvata in prima lettura in Senato. «Questa è una riforma di medio periodo, ma fondamentale e nel nostro programma per le prossime elezioni regionali ci sarà un capitolo dedicato questo tema. Muovendo da queste convinzioni- aggiunge -, proprio oggi, ho sottoscritto la proposta di legge del collega Roberto Morassut».
«Propone di passare da 21 Regioni (19 piu’ le due Province autonome di Trento e Bolzano, equiparabili a Regioni) a 12. Alcuni dettagli sono forse da cambiare, ma è decisamente un buon punto di partenza. Anche su questo fronte bisogna diventare europei”.
Ecco Le nuove regioni italiane disegnate da questa riforma, nel caso in cui venisse approvata:
Regione Alpina
(comprensiva delle ex Regioni Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria);
Regione Lombardia;
Regione Emilia – Romagna
(comprendente la ex Regione Emilia – Romagna e la provincia di Pesaro);
Regione Triveneto
(comprendente le ex Regioni del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e del Trentino);
Regione Appenninica
(comprendente le ex Regioni della Toscana, dell’Umbria e della provincia di Viterbo);
Regione Adriatica
(comprendente la ex Regione Abruzzo e le province di Macerata, Ancona, Rieti, Ascoli e Isernia);
Regione di Roma Capitale
(comprendente la ex Provincia di Roma);
Regione Tirrenica
(comprendente la ex Regione Campania e le province di Latina e Frosinone);
Regione del Levante
(comprendente la ex Regione Puglia e le Province di Matera e Campobasso);
Regione del Ponente
(comprendente la ex Regione Calabria e la Provincia di Potenza);
Regione Sicilia
Regione Sardegna