di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – «L’Eurovinil non è morta», ci tengono a ribadirlo i lavoratori, sostenuti dai sindacati nella loro battaglia per la difesa del posto di lavoro. Dopo tre giorni di presidio in piazza Dante, con un’apposita tenda collocata nei pressi del Duomo, il mondo della politica si è mosso e ha ricevuto i dipendenti nella sala del consiglio comunale. C’erano il sindaco e presidente della Provincia Emilio Bonifazi, il parlamentare Luca Sani, l’assessore regionale Annarita Bramerini e il presidente del consiglio comunale Paolo Lecci. La situazione, già nota, ma comunque molto difficile da risolvere nella vertenza Eurovinil, necessita di un’azione unitaria da parte di più soggetti per far arrivare la questione ai piani più alti d’interesse nazionale. Al cospetto della Survitec, a livello locale, sembra infatti che le munizioni a disposizione abbiamo poco effetto. La scelta della multinazionale è stata netta, con la decisione di cessare la produzione di tende e licenziare 87 dipendenti, lasciandone solo una ventina a gestire il reparto zattere, difficile riuscire ad invertire la rotta.
La notizia del giorno, in ogni caso, l’ha fornita Emilio Bonifazi che ha letto una mail ricevuta dal direttore generale Eurovinil Tommaso Canapa, in cui si precisa che è stato individuato un advisor. Aspetto questo che potrebbe agevolare una possibile transazione. «Al di là di questo aspetto deve esserci volontà di cedere il ramo di azienda che produce tende – aggiunge il primo cittadino – siamo qui, insieme, per tentare di trovare una soluzione al problema per una delle eccellenze del territorio, ognuno con il suo compito specifico e nei propri ruoli. L’impressione però, è che gran parte delle difficoltà si riscontrino a livello nazionale». «C’è interesse da parte della città su questa vicenda – precisa Paolo Lecci -, ma resta la preoccupazione forte, perché questa proprietà è stata fin troppo decisa nell’intento di volersi sbarazzare dei lavoratori. Sorprende la mancanza totale da parte dello Stato che prima si vanta dei prodotti di eccellenza forniti da Eurovinil e poi improvvisamente sostiene che non servono più».
A parlare per i lavoratori, Elena Olivi, rappresentante della Rsu di Eurovinil: «La produzione di tende ha rilevanza per gli oltre 80 posti di lavoro che altrimenti andranno persi, ma ha un impatto anche sociale. Pensiamo ad emergenze come L’Aquila, oppure il terremoto dell’Emilia, con i nostri prodotti siamo stati in prima linea. Purtroppo dal Ministero abbiamo ricevuto risposte sconfortanti, perché si preferisce reperire il prodotto all’estero, piuttosto che averlo “fatto in casa” con tanto di assistenza sul campo». Parole che hanno stimolato l’intervento della parte sindacale, con Cgil, Cisl e Uil impegnate in una partita davvero difficile da ribaltare. «La vertenza è complicata e prevale anche un senso di rassegnazione. Dobbiamo cercare di ottenere solidarietà non solo a parole, ma anche nei fatti – spiega Furio Santini della Cgil -. La prima battaglia è stata quella di ottenere la cassa integrazione, con il presidio di questi tre giorni abbiamo forzato la mano per la nomina dell’advisor, ma non finisce qui. Non è certo questo il punto finale della protesta, è solo l’inizio. Se a marzo-aprile la situazione non sarà sbloccata, ci ritroverete di nuovo qui». «In questi giorni di presidio abbiamo visto gran parte dei passanti meravigliarsi per questa situazione – aggiunge Fabio Della Spora della Cisl -. Eurovinil è una azienda che negli anni d’oro ha fatto anche 40 milioni di fatturato. Premesso che una multinazionale possa fare delle scelte anche se poco comprensibili, stupisce che in Italia nessuno dica niente. Lo scopo di lucro di una proprietà non deve prevalere sugli interessi nazionali». «Da soli purtroppo possiamo fare poco – afferma Roberto Franceschetti della Uil -, la vertenza non può fermarsi a livello locale. C’è bisogno di un’azione congiunta a più livelli».
Le risposte da parte del mondo della politica hanno visto Annarita Bramerini alzare subito il tiro. Secondo l’assessore regionale: «Se chiude azienda di questo tipo, se ne vanno speranze per il futuro, ma anche eccellenze e qualità sul territorio. C’è un’assoluta mancanza di rispetto per il territorio da parte della proprietà. Per questo è opportuno attivarsi anche nei confronti dei parlamentari europei, eletti in Toscana, per fare approdare la vicenda a Bruxelles». Per il parlamentare del Pd Luca Sani: «E’ opportuno stimolare il Governo su questa vicenda alla ricerca di interlocutori in grado di poter rilevare l’azienda. E’ un tentativo da fare, magari responsabilizzando l’imprenditoria italiana». Intanto la tenda in piazza Dante è stata rimossa. Il presidio dei lavoratori dell’Eurovinil può considerarsi concluso, almeno per ora, ma c’è chi scommette che non sarà di certo l’ultimo.
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