SANTA FIORA – A sei mesi dalle elezioni il Circolo tricolore di Santa Fiora, espressione del centrodestra del comune amiatino, che nel maggio scorso si schierò con la lista Ciaffarafà torna a parlare del risultato elettorale, facendo una diagnosi autocritica della sconfitta subita alle urne e avanzando proposte per il futuro.
A nostro avviso abbiamo commesso alcuni errori tattici.
Il primo è stato quello di schierare persone troppo estreme, preparatissime politicamente, ma persone con le quali è difficile dialogare liberamente perché legate a vecchie rigidità di partito, ci sono state imposte, le abbiamo accettate, ma sono rimaste e rimarranno sempre con la “puzzetta sotto al naso” nei nostri confronti.
Il secondo è stato lo scorretto approccio con il quale ci siamo esposti sulla Geotermia, che ci ha fatto guadagnare pochi voti soprattutto di estrema sinistra e ci ha fatto perdere moltissimi voti soprattutto in campo imprenditoriale.
Il terzo è rappresentato dalla nostra incapacità di trasformare il disgusto provocato agli elettori del centrosinistra dal malgoverno delle passate due amministrazioni, (che crediamo le peggiori della storia di Santa Fiora) in voti preziosi per la nostra lista.
Il quarto è stato la sottovalutazione degli avversari perché si sono dimostrati, pur di mantenere la “poltrona”, pronti a tutto a dimostrazione di questo i gravi fatti a cui abbiamo assistito, nostro malgrado, nei mesi prima e durante le elezioni.
Parlando di futuro poi il circolo tricolore mette sul tavolo una serie di proposte. Richieste dirette all’amministrazione per «una più trasparente e democratica vita politica» nel comune di Santa Fiora. Tra questa la modifica del regolamento sul cambio di residenza «per impedire l’istantaneo diritto al voto», la modifica del regolamento elettorale «in modo che si impedisca ai parenti dei candidati di ricoprire cariche quali presidenti di seggio e scrutatori», l’apertura delle liste elettorali agli stranieri residenti nel comune, la trasparenza per quanto riguarda l’accompagnamento dei disabili al voto, così come la trasparenza nei lavori della commissione elettorale.
«Vogliamo inoltre – concludono dal circolo tricolore – ricordare agli attuali amministratori che “tre persone su cinque” non la pensano come loro e che non si possono arrogare il diritto di decidere la vita istituzionale unilateralmente».