ROMA – «Lotteremo affinché il nostro contributo possa esser recepito dal Governo: da parte del centrodestra sono in atto dei veri e propri attacchi speculativi a dei territori bellissimi, per questo abbiamo depositato una risoluzione scritta a più mani con la collaborazione di esperti del settore, attivisti del M5S e comitati, per portare in Parlamento la nostra visione, visto che il PD ha presentato una proposta che nonostante sia un buon passo in avanti, per ragioni di territorio, non ha il coraggio di affondare completamente il colpo per ragioni di complicati equilibri politici sullo stile del Patto del Nazareno». Lo dichiara Samuele Segoni, geologo e primo firmatario della Risoluzione presentata presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in vista della discussione che inizierà in commissione la prossima settimana e che punta ad indirizzare il Governo che a breve varerà delle linee guida sulla geotermia.
«Bisogna separare la geotermia “buona” da quella dannosa e speculativa. La Toscana, e l’Amiata soprattutto, sono già state vittime di scelte sbagliate e invece di fonti energetiche pulite si trovano aria e acqua avvelenate da sostanze chimiche come l’arsenico, il mercurio e l’acido solforico – continua il pentastellato – La Terra nelle sue profondità può celare tesori oppure pericoli, quindi per prima cosa proponiamo la realizzazione di una zonazione per capire quali siano le zone dove si possano coltivare giacimenti geotermici senza causare disastri dannosi per l’ambiente e la salute dei cittadini».
«Nelle aree sedi di centrali geotermiche spesso non è mai stata effettuata alcuna valutazione riguardante gli impatti sull’economia locale, non è mai stato pubblicato un bilancio idrico e non è stata effettuata, o quantomeno resa pubblica, alcuna valutazione di rischio idrologico, idrogeologico o sismico”. “Noi invece – continua il deputato – proponiamo di valutare tutto questo, dando ampio spazio alla voce dei cittadini, coinvolgendo nel processo decisionale non solo le amministrazioni ma anche le popolazioni locali».
«E non ci fermiamo qui: sia per le centrali già esistenti che per i nuovi progetti, chiediamo di escludere le tecnologie di coltivazione impattanti e permettere solo quelle che riescano a sfruttare il calore della terra senza compromettere le falde idriche e senza disperdere veleni nell’aria”. “Infine –aggiunge Segoni – chiediamo di assumere iniziative atte ad armonizzare i diversi regimi di incentivazione perché crediamo che l’attuale meccanismo sia fortemente distorsivo e permetta a pochi impianti antiquati, definiti “pilota” in base a criteri poco chiari, di portarsi a casa incentivi stratosferici. In poche parole – conclude -: individuare le zone adatte, per mettervi solo impianti che assicurino il rispetto della salute e delle matrici ambientali, evitare super-incentivi che trasformino la gestione delle risorse della Terra in bieca speculazione ai danni dei cittadini».