GROSSETO – Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina in Maremma al convegno di Confagricoltura Grosseto insieme al presidente nazionale dell’associazione Mario Guidi e a quello di Confcooperative e Conserve Italia, Maurizio Gardini. L’appuntamento è previsto per domani pomeriggio (giovedì 20), a partire dalle 15, nei locali del centro direzionale di Grossetofiere presso il polo fieristico del Madonnino a Braccagni, alle porte di Grosseto. A fare gli onori di casa in questo appuntamento dal titolo emblematico “L’impresa moderna nell’agricoltura che cambia”, sarà il presidente di Confagricoltura Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, mentre a rappresentare il parlamento interverrà il presidente della Commissione agricoltura alla Camera, Luca Sani.
“Ho il piacere di pensare a questo evento – commenta Vivarelli Colonna – come un vero e proprio punto di svolta, dal quale far ripartire la nostra agricoltura, che costituisce la spina dorsale di quella toscana. Ci aspettiamo un confronto franco e aperto con le istituzioni nazionali rappresentate ai massimi livelli, dalle quali attendiamo delle risposte che non sono più rinviabili. Anche il titolo scelto, “L’impresa moderna nell’agricoltura che cambia”, non vuole essere un semplice slogan ma chiede uno sforzo alle imprese che non può prescindere da un altrettanto impegno reale e concreto da parte del governo per studiare e implementare politiche che valorizzino l’agricoltura nella sua totalità”.
Le premesse che hanno spinto gli organizzatori sono infatti sviluppate sull’idea di sviscerare gli aspetti più pratici che attengono al mondo del fare impresa in agricoltura e che si legano alla Pac e al Psr, il piano di sviluppo rurale, considerato un vero e proprio moltiplicatore di energie. “Al contempo – aggiunge Vivarelli Colonna – sarà dato modo al ministro, di potersi esprimere con argomentazioni spendibili, di conoscere l’agricoltura maremmana e il suo tessuto imprenditoriale, facendo sentire la voce dei nostri associati. Parleremo anche della rete di imprese e dei piani integrati di filiera, ma soprattutto vogliamo dire basta alla agricoltura di sussistenza, orientandoci verso la ricerca di forme che ci permettano di sostenere il mancato reddito a cui sovente l’impresa deve, suo malgrado, sottostare”.
Tra i punti di cui Vivarelli vorrà parlare troverà spazio la questione dei contributi una tantum e a pioggia, risolutivi solo di una emergenza momentanea, mentre invece sarebbe prioritariamente utile l’abbattimento degli oneri sugli interessi bancari almeno per tre anni e l’individuazione di strumenti finanziari nuovi, “perché la verità più vera – conclude – è che i soldi non ci sono, nonostante vi sia un avvicinamento alle professioni agricole. In tale contesto le cooperative, laddove le banche non riescano a mostrare una maggiore sensibilità, potrebbero assolvere al loro ruolo aggiungendo una interessante prospettiva di finanziamento ai soci”.