di Barbara Farnetani
GROSSETO – L’obiettivo dichiarato è quello di riqualificare la pineta e salvaguardarla dal rischio incendi ma questa motivazione non convince il Movimento 5 Stelle e alcune associazioni ambientaliste che hanno deciso di intervenire alla conferenza dei servizi che si svolgerà domani, 19 novembre, proprio per impedirlo.
«Questo intervento – afferma Giacomo Gori, consigliere comunale del M5S – interesserà la pineta litoranea. Facendo richiesta di accesso agli atti è venuto fuori che l’intervento riguarderà anche la parte relativa al parco della Maremma. Quello che si rileva – prosegue Gori – è il cambiamento delle finalità della pineta della tenuta San Carlo, che è privata ma si trova all’interno del parco. La provincia con questo progetto avrà carta bianca per fare ciò che vuole».
«Il progetto – come ricordano sia i 5 Stelle che gli appartenenti al comitato Salviamo le pinete – ha trovato pareri contrari all’interno del comitato scientifico del parco. Uno dei componenti, Alessandro Chiarucci in una mail ufficiale parla di “intervento totalmente inadeguato per un’area protetta, e soprattutto immotivato. Ci viene detto che la proprietà è privata; non ci viene detto chi farà i lavori, se fossero fatti dalla Provincia, magari per alimentare una centrale a biomasse e magari a costo zero per la proprietà la cosa mi sembrerebbe poco supportabile entro logiche del parco”. Se questo progetto sarà attuato l’aspetto naturalistico sarà portato in secondo piano rispetto ad una presunta funzionalità. È un’area protetta e la si vuole trasformare in un’area produttiva».
«Lo scopo – precisa Claudio Fiori del M5S – sembra essere quello di trasformare l’area in una pineta produttiva, quello che ci chiediamo è sino a che punto la proprietà della tenuta San Carlo sia a conoscenza di quel che si vuol fare. L’intervento riguarderà sino al 30% delle piante, 7 mila alberi. Parte del materiale cippato andrà a Scarlino, questo è scritto anche nel verbale fatto dopo il sopralluogo dal servizio fitosanitario regionale». «E soprattutto – si chiede M5S -, perché proporre questo intervento con urgenza. Dove è l’urgenza? Forse è il rischio, se non si propone il progetto, di perdere i finanziamenti del Psr, il programma di sviluppo rurale? Per tutta la regione si parla di 51 milioni di euro, ma per la prevenzione di incendi ci sono nuove tecnologie, non si può pensare di fare piazza pulita solo per evitare incendi».
«Si dovrebbe tagliare e ripiantare, ma già sostituire una pianta di 20 metri con una di due non è la stessa cosa – affermano ancora – e poi in un punto si parla della necessità di diradamenti perché gli alberi sono troppo fitti e dunque le chiome hanno bisogno di svilupparsi».
Ugo Corrieri, del comitato Salviamo le pinete, parla poi dell’area demaniale delle Pignacce, a differenza della prima un’area composta da pini marittimi, e non domestici «Quella delle Pignacce è la più grande delle cinque aree, dei cinque progetti. 28 ettari demaniali denominato parco a destinazione stili di vita. È prevista la ripulitura del sottobosco contro gli incendi, ma il sottobosco non si taglia si fa vigilanza. Il sottobosco è pineta: va tenuto ed è fondamentale per la biodiversità non si interviene con mezzi meccanici che distruggono l’habitat di tanti animali. Tra l’altro, a differenza di altre aree, qui è tutto verde, non ci sono alberi stressati da parassiti se non l’1 o 2%. Ebbene, se il progetto viene approvato l’area delle Pignacce andrà giù».
Per tutti questi motivi i vari comitati saranno presenti domani, durante la conferenza dei servizi che si svolgerà alle 11 presso la sede dell’area sviluppo rurale della Provincia.
A questo LINK tutto il carteggio e la documentazione sul progetto pinete.
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