di Sabino Zuppa
ALBINIA – Sembrava un evento straordinario, caduto fra capo e collo della popolazione di Albinia e di tutta la Maremma del sud, un evento atmosferico in cui cadde tanta di quella pioggia in un giorno che sarebbe stato difficilissimo ritrovarsi in seguito in una situazione simile. Ed invece oggi, nel secondo anniversario dell’alluvione di Albinia, tutto quello che successe quel 12 novembre sembra molto più facile da verificarsi, non più una cosa straordinaria bensì una potenziale e possibile normalità che sta costringendo molte persone, in particolare gli abitanti delle campagne e quelli che vivono nei poderi accanto al fiume Albegna, ad immaginare un futuro di sfida con il fiume e con il meteo, passando per una lotta con la burocrazia che in maniera palese impedisce la possibilità di correre velocemente ai ripari per continuare una vita normale.
Quel 12 novembre, comunque, non lo dimenticherà nessuno con l’Albegna che raggiunse livelli stratosferici rompendo gli argini e inondando tutte le campagne circostanti fino ad attraversare Albinia per poi finire in Laguna. Acqua e fango ovunque e tanta desolazione che portarono la disperazione nella faccia della gente, ma anche tanta solidarietà che adesso è diventata l’arma segreta di quelli che sono stati danneggiati anche dagli eventi recenti, non per caso riuniti nel presidio di Marsiliana per provare a combattere ed esorcizzare gli spettri futuri. Due anni in cui si è parlato tanto dei problemi della ricostruzione, due anni in cui l’alluvione è stata più volte strumentalizzata politicamente e che tutti i cittadini di queste zona della Maremma del sud hanno capito di poter essere costretti ad affrontare in qualsiasi momento, pur con la speranza di trovare soluzioni tecniche che diminuiscano veramente i loro rischi.
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