di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Adesso la vicenda delle aree verdi di Principina a Mare, rischia di finire sul grottesco, almeno secondo quanto sostiene il consigliere comunale di Buongoverno-Socialdemocrazia Luigi Colomba. Alla base della questione ci sono le oltre mille lettere spedite dal Comune di Grosseto ai cittadini, in cui si fa presente la necessità di acquisire la proprietà delle aree verdi in mano ai condomini, in quanto impossibilitato, altrimenti, a prendersi cura della pineta che versa in pessime condizioni di salute. Era stato lo stesso sindaco Bonifazi, durante una conferenza convocata lo scorso 10 ottobre, a illustrare l’annosa questione, risalente secondo il primo cittadino al 1988, quando l’ufficio comunale del patrimonio, con dirigente Luigi Colomba (sì, proprio lui), scrisse una lettera per il passaggio delle proprietà delle aree verdi da privato a pubblico. La comunicazione però si fermò, in quanto la lettera arrivò all’ufficio contratti e l’iter si interruppe.
Qui la vicenda però, giunge ad un bivio, tra quanto sostenuto da Bonifazi e ciò che invece asserisce Colomba. il consigliere comunale, infatti, ha con se ben altra documentazione: «Il passaggio del 70% delle aree verdi da privato a pubblico è già avvenuto – dice Colomba -, mi meraviglio che il sindaco e gli uffici competenti non se ne siano accorti. C’è un atto pubblico in data 15 maggio 1990, quando il sindaco era Flavio Tattarini, in cui la società Habitat Costruzioni trasferiva al Comune la proprietà. Sulla vicenda, da parte dell’attuale amministrazione, è stato fatto solo allarmismo, creando apprensione inutile su 1.100 cittadini. Bastava che mi avessero chiesto una consulenza, l’avrei fornita gratuitamente evitando al Comune di esporsi a una figuraccia». Colomba chiarisce ancora: «Con tale atto pubblico risalente al 1990, la società Habitat ha alienato e trasferito, senza corrispettivo, 68.041 mq di aree sistemate a proprie spese, a verde pubblico. Complessivamente sono il 70% del verde pubblico di Principina a Mare, resta perciò da acquisire solo il 30% di altri proprietari che il Comune farebbe bene a regolarizzare, avvalendosi del “decreto del fare”, attraverso un organismo di mediazione».
Piuttosto sorprendente è poi il caso del comparto E/13, confinante con via dello Scorfano, vai dello Squalo e via della Sogliola. Lì, dal 2006, sorge un’antenna di una azienda privata internazionale. «Il Comune percepisce 20mila euro l’anno per il posizionamento della struttura – aggiunge Colomba -. Addirittura 10mila, ovvero il 50%, deve girarli ad Habitat, con la quale ha rischiato di andare in causa. E’ l’ulteriore testimonianza che quelle aree verdi già appartengono al Comune e quindi è ancora più incredibile il modo in cui l’amministrazione comunale sta gestendo la vicenda non conoscendo gli atti».