di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Quando ero piccolo la banca locale veniva a scuole e regalava a tutti i bambini un salvadanaio di ferro, c’era in buco per mettere i soldi ma non si potevano estrarre. Quando era pieno andavamo in banca. Così imparavamo il valore del risparmio». Così Bepi Tonello,presidente e fondatore del F.E.P.P. (Fondo Ecuadoregno Populorum Progressio) racconto il rapporto che c’era una volta con il risparmio. Un rapporto che, con gli anni, si è perso. Anche per questo la Banca della Maremma ha chiamato lui nell’ambito della 90esima giornata mondiale del risparmio. Tobnello è il fondatore, in Ecuador, della cooperativa di risparmio e credito Codesarrollo che coordina circa 800 casse rurali distribuite in tutto l’Ecuador e che eroga prestiti di piccola e media entità ai campesinos delle campagne e agli artigiani nelle città.
«Questo è un momento importante – ha detto il direttore della banca Giancarlo Ciarpi – perché noi crediamo molto nel valore del risparmio, specie in un momento di crisi come questo. E crediamo che le giovani generazioni debbano essere educate al valore profondo che il risparmio rappresenta. Molto del benessere di cui godiamo è stato raggiunto grazie al risparmio delle generazioni che ci hanno preceduto». «Quello che vogliamo fare oggi – ha precisato Chiara Piva rappresentante di Federcasse – è di parlare del risparmio che viene dal basso».
«Chi ha più bisogno di sviluppo e risparmio, l’Ecuador o l’Italia? – chiede Bepi Tonello – Il concetto di sviluppo è dato anche dalle condizioni di vita più umane, dalla felicità delle persone. Non c’è un punto di arrivo finale, ma un passo dietro l’altro, si può essere sempre più felici, ci può essere sempre più sviluppo. In Ecuador c’è tanta povertà materiale. Il 30% vive con meno di un dollaro al giorno. Prima del nostro arrivo i latifondisti, in comunità come quella di Salinas, pagavano i braccianti 20 centesimi al giorno. Noi abbiamo cercato di cambiare queste cose, però abbiamo anche detto alla gente: se voi non risparmiate resterete sempre uguali. Le nostre cooperative reinvestono, assicurano giusti stipendi, e reinvestono gli utili nella comunità: per costruire una scuola, per garantire le cure mediche a chi si ammala, per portare l’acqua in paese, per migliorare la vita di tutti».
«Ma la povertà non è solo quella materiale – continua Tonello – è anche quella morale. Le troppe differenze tra bianchi e indios, tra uomo e donna, tra ricchi e poveri, l’ingiustizia, il dover vendere quel che si produce a prezzi stracciati. E questa povertà morale si trova in Ecuador ma anche in Italia. In Ecuador c’è povertà, ma c’è speranza, c’è voglia di fare. In Italia oggi c’è meno lavoro di una volta, ma anche meno entusiasmo e meno iniziativa. Noi stiamo cercando di sconfiggere la povertà lavorando sui privilegi e sulal corruzione. Forse farebbe bene anche all’Italia».