FIRENZE – “La Regione non lascerà sole le popolazioni colpite da questo tragico evento”. Lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini nel corso della sua comunicazione in Consiglio regionale sugli eventi alluvionali del 10-14 ottobre scorso che hanno coinvolto alcuni territori delle Province di Livorno, Pisa e Pistoia e soprattutto Grosseto per i quali si stimano danni totali per oltre 540 abitazioni e a 36 attività produttive. E in particolare, nella provincia di Grosseto, dove una prima stima complessiva dei danni ammonta a circa 15 milioni di euro di cui in prevalenza nei comuni di Manciano, Scansano, Magliano in Toscana e Orbetello.
“La Regione Toscana – ha poi sottilineato – con la legge 79 del 2012 ha cambiato l’approccio sulla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico investendo le risorse più importanti sulla prevenzione. Infatti nel 2014 abbiamo investito 50 milioni di euro in interventi cantierabili di prevenzione idraulica. A solo titolo informativo, faccio presente che lo Stato, per tutta Italia, nel 2014 ha messo risorse pari a 30 milioni. Dai dati in nostro possesso risulta che nessun’altra Regione abbia riservato una cifra così importante di bilancio per questo tipo d’interventi, è altrettanto ci accingiamo a fare per il 2015”.
Soffermandosi quindi sull’evento del 14 ottobre, ha ricordato che la Regione sta chiedendo il riconoscimento di emergenza nazionale al Dipartimento nazionale di Protezione civile, mentre i tecnici regionali stanno ultimando i sopralluoghi.
“Viene confermata la strategicità delle opere già previste dopo l’alluvione del 2012 – ha ricordato l’assessore – In particolare, la realizzazione dell’argine remoto in sinistra idraulica dell’Albegna, tra il Ponte della Marsiliana ed il torrente Patrignone, e gli interventi nell’area di Camporegio, il bypass idraulico e la cassa di espansione. L’avvio dei lavori è previsto nella primavera 2015, ma i tempi potrebbero essere ridotti se lo Stato dovesse accordarci i poteri richiesti”
L’assessore ha ricordato che nel bacino dell’Albegna, dal novembre 2012, sono stati finanziati 14 interventi per 12 milioni di euro, tutti terminati, ad eccezione di quelli dell’Argine remoto, dell’adeguamento della confluenza del Magione-Radica e della cassa di Camporegio.
Argine remoto
Riguardo la realizzazione dell’argine remoto, ha ricordato l’assessore, numerosi sono stati gli incontri sul territorio alcuni dei quali sono serviti a confrontare con la comunità locale le esigenze e le soluzioni tecniche individuate. Il presidio è stato costante, sia da parte degli uffici tecnici che dal livello politico di Regione e Provincia e Comuni. Si è manifestata sicuramente una problematica relativa agli espropri che ha indotto a suo tempo il Consorzio a trattare direttamente con i singoli proprietari giungendo in una prima fase ad una soluzione progettuale dell’argine che rischiava di non garantirne la funzionalità idraulica. Su questa soluzione la Regione in accordo con la Provincia e gli enti locali, ha doverosamente privilegiato la sicurezza idraulica, rimandando indietro il progetto proposto dal Consorzio. Infine, con l’ingresso del nuovo Consorzio Toscana SUD, nell’ultima riunione tecnica del 4 luglio è stato definito il programma di attuazione, alla base della diffida regionale che prevedeva, come è avvenuto, l’approvazione della progettazione definitiva entro lo scorso 30 settembre, l’avvio delle procedure di gara per fine anno e l’avvio dei lavori nei primi mesi della primavera 2015.
“Le procedure ordinarie previste per la realizzazione delle opere più complesse comportano tempi non più sostenibili e giustificabili per opere indispensabili per la sicurezza dei cittadini: almeno 3-4 anni di tempo prima dell’avvio dei cantieri – ha rilevato Bramerini – Per questo la Regione ha chiesto con forza allo Stato, anche con uno specifico emendamento allo ‘Sblocca Italia’, di dare al presidente della Regione poteri in deroga alle normative nazionali, utilizzando solo come riferimento le direttive europee”.
Contributi a chi ha subito danni
“Per l’esperienza purtroppo fatta in questi anni – ha sottolineato Bramerini – devo dire che le procedure previste a livello nazionale per il rimborso dei danni a cittadini e imprese sono troppo farraginose. Così come stiamo facendo nel mio assessorato per le procedure relative agli interventi di difesa del suolo, ho proposto anche agli assessorati al bilancio e alla protezione civile di attivarsi per proporre a Governo e Parlamento procedure più semplificate”.
Sul fronte dei contributi finanziari per chi ha subito danni, Bramerini infatti ha sottolineato che la Regione in questi anni ha sopperito a quella che è stata una carenza da parte dello Stato, dovuta alle modifiche normative avvenute a partire dal 2012 in materia di protezione civile.
Le norme nazionali prevedono che le risorse assegnate in prima battuta per far fronte agli eventi calamitosi siano indirizzate a coprire le spese di soccorso e le somme urgenze sostenute dagli enti locali , mentre per quello che riguarda le famiglie e i privati si rimanda ad appositi provvedimenti legislativi al fine del reperire le risorse. Questo di fatto ha prodotto disparità di trattamento per cittadini e imprese, perchè per esempio nel 2012 la legge di stabilità riconobbe inizialmente solo i danni per il patrimonio pubblico.
Dopo l’intervento del presidente Rossi, il 25% delle risorse fu destinato dallo Stato anche ai privati (cittadini e imprese, ma solo quelle extragricole), solo per investimenti e non per le scorte, che invece erano state riconosciute per precedenti eventi alluvionali e anche per altri che si sono verificati dopo il 2012. Per le imprese agricole colpite nel 2012 solo la Regione è intervenuta con 6 milioni attivati con bando dalla Provincia di Grosseto su quanto ottenuto e le imprese agricole hanno anche dovuto pagarci l’IVA.
La Regione, a partire dal 2012, ha prodotto quattro norme specifiche per far fronte alle prime necessità dei nuclei familiari, stanziando oltre 9 milioni di euro destinati ai nuclei con meno di 36.000 euro di Isee.