GROSSETO – Stagione dei funghi da raccolte record, ma pericolo intossicazione che cresce vertiginosamente. In dieci giorni infatti sono già sette le persone che sono finite in ospedale e che si sono rivolte al pronto soccorso dopo aver mangiato funghi e accusato i sintomi tipici da intossicazione alimentare.
Intossicazioni particolari perché le persone che si sono rivolte alle strutture sanitarie d’emergenza si sono sentite male per aver consumato ovoli crudi invasi da muffe e larve d’insetti, porcini cotti, ma ugualmente infestati di larve. Solo in un caso, invece, il cercatore aveva consumato l’Omphalotus olearius (il sosia dei Cantharellus cibarius, conosciuto come giallarello), responsabile di oltre il 20 per cento delle intossicazioni. Tutti se la sono cavata con poco, ma l’invito a stare molto attenti a cosa si mette nel piatto viene e rinnovato con maggior vigore dalla Asl 9.
Come spiega il responsabile dell’Ispettorato micologico della Asl 9, Leonardo Ginanneschi, infatti, “al momento non si sono registrati episodi di particolare gravità, ma, in diversi casi, responsabile dell’intossicazione non è stato il fungo malefico, ma il fungo buono consumato malgrado muffe, larve e vermi. Da qui il rinnovato invito a controllare le specie commestibili raccolte e a conservarle in frigo o in un luogo fresco e asciutto, a cuocerle bene e a consumare crudi solo i funghi giovani e in perfetto stato di conservazione”.
I casi nel 2013 – Lo scorso anno, si sono verificati 34 casi di intossicazione da funghi con altrettanti accessi ai pronto soccorso aziendali funghi, concentrati da metà ottobre a metà novembre. La maggior parte degli intossicati (30), ha avuto bisogno di un ricovero in ospedale.
I casi nel recente passato – Dal 1995 al 2013, in provincia di Grosseto sono state segnalate in totale 409 intossicazioni da funghi di specie accertate (tra queste 23 hanno interessato bambini fino a 14 anni), ma in nessun caso, fortunatamente, si è verificata la morte della persona.
Le prime dieci specie responsabili d’intossicazioni nella Asl 9, nel periodo in esame, evidenziano il dominio delle due specie tossiche più confuse con altre commestibili, nelle aree mediterranee: l’Entoloma sinuatum (meglio conosciuto come lividum), un fungo molto tossico che viene confuso con il Clitocybe nebularis, detto ordinale grigio, abitualmente utilizzato in Maremma, benché anch’esso tossico se non ben cotto, se consumato in pasti ravvicinati e da soggetti sensibili; l’Omphalotus olearius, confuso con il prelibato giallarello. A questi si aggiunge l’Agaricus xanthoderma, molto tossico e facilmente confuso con il comune prataiolo.
Scorrendo la classifica, tuttavia, tra i responsabili di intossicazione ci sono funghi in realtà commestibili e molto apprezzati, ma che figurano nell’elenco perché cucinati e consumati in cattivo stato di conservazione (vecchi, ammuffiti, ecc.): si tratta dei porcini (Boletus edulis), le mazze di tamburo (Macrolepiota procera), gli ovoli (Amanita caesarea), i chiodini (Armillaria mellea) tossici, se consumati dopo le gelate o poco cotti, i boleti luridi (Boletus luridus), che non vanno consumati fritti o alla griglia (modalità che mantengono pressoché cruda la carne del fungo al centro della fetta).
In percentuali molto più basse, si sono verificate anche intossicazioni per il consumo della temibile Amanita phalloides, una specie potenzialmente mortale anche se assunta in piccole dosi (70 grammi di fungo fresco possono portare alla morte un adulto di 70 chili, se non trattato in tempo). Per fortuna le 5 intossicazioni, nel periodo in esame, non hanno avuto esito infausto.