GROSSETO – «Il jobs act è un guscio vuoto, che dietro a slogan sul superamento della precarietà, nasconde vecchie ricette della destra liberista, come la redistribuzione dei diritti al ribasso, che porterà ad un abbattimento delle tutele (vedi l’abolizione di fatto dell’art.18), e in una seconda fase all’abbassamento del livello salariale, attraverso varie forme di demansionamento e contrattazione decentrata, e il depotenziamento del contratto nazionale di lavoro». Con queste parole Marco Sabatini, coordinatore provinciale Sel, spiega l’adesione «alla grande manifestazione nazionale promossa dalla CGIL che si terrà a Roma il 25 ottobre», invitando «tutti i suoi militanti, iscritti, simpatizzanti ed elettori a partecipare».
«Nel jobs act non c’è niente di nuovo, la “sinistra” renziana farà ciò che non è riuscito alla destra, infatti l’abolizione dell’art.18 è un vecchio cavallo di battaglia della destra tecnocrate e liberista – continua Sabatini -. Il risultato finale è la sconfitta di un’idea di società, basata sulla valorizzazione delle libertà nei luoghi di lavoro, attraverso l’emancipazione dei lavoratori costruita in anni di conquiste spesso pagate a caro prezzo».