SCARLINO – È botta e risposta a distanza tra Forum ambientalista e Comune di Scarlino in merito alla Tioxide e alla presunta radioattività su cui sarebbe in corso una indagine. Ieri, racconta Roberto Barocci del Forum ambientalista Grosseto, era stato chiesto il permesso di effettuare un sopralluogo a Montioni «Se la radioattività ha contaminato le parti metalliche degli impianti, abbiamo pensato che anche i rifiuti della lavorazione potessero essere contaminati e ci siamo attivati per compiere una verifica, perché i gessi Tioxide non sono stati depositati in gran quantità solo a piè di fabbrica, ma anche su diversi terreni agricoli, oggi in produzione di alimenti, e sulle cave di Montioni, che sono di proprietà pubblica, gestite dalle Bandite di Scarlino».
«Così, muniti di contatori geiger e accompagnati da competenze tecniche specifiche e da giornalisti – prosegue Barocci -, abbiamo chiesto di poter accedere alla Cava di Montioni, dove sono state collocate grandi quantità di gessi rossi Tioxide. Pensavamo che il Direttore della Bandite, Fabrizio Biagini, potesse autorizzarci ad entrare, ma invece ci ha detto che dovevamo rivolgerci non ad altro dirigente, ma al sindaco di Scarlino. Il massimo responsabile della salute pubblica, Stella ci ha detto che non potevamo entrare, neppure accompagnati e che avremmo dovuto prima presentare domanda scritta. Così faremo, ma ci domandiamo per quale motivo dei cittadini non possono verificare l’attendibilità di quanto affermano coloro che dicono che tutto è sotto controllo? Abbiamo successivamente percorso i confini della fabbrica Tioxide e delle sue discariche e non abbiamo registrato anomalie. Quindi è possibile che le nostre preoccupazioni siano infondate».
Vuole invece chiarire «quanto avvenuto ieri in riferimento alla richiesta di effettuare rilevazioni delle presunte emissioni radioattive». Il sindaco di Scarlino Marcello Stella: «Erano circa le 15 quando sono stato contattato telefonicamente dal signor Fedi – dice il sindaco – il quale mi chiedeva di dare l’autorizzazione ad un gruppo di tecnici e a un giornalista de “La Nazione” che erano con lui di effettuare subito rilevazioni alla Cava di Montioni. Ho risposto al sig. Fedi che in quel momento non ero in sede per motivi familiari e che inoltre, trattandosi di una richiesta di accesso a un cantiere, era necessario che l’autorizzazione fosse preceduta da una richiesta scritta come previsto, così come del resto fanno quanti hanno interesse a visitare il sito, compresi i gruppi di studenti e non ultima la visita dei Consiglieri dei comuni di Scarlino e Follonica».
«A tal proposito intendo precisare che tale autorizzazione viene concessa a tutti quanti ne fanno richiesta, nel rispetto delle norme di cantiere e di sicurezza, per cui l’accesso al sito sarebbe stato consentito anche al Fedi e i suoi accompagnatori, così come ho provveduto a spiegargli al telefono – precisa Stella -. Non si può certo pretendere di entrare in un cantiere senza farne richiesta e senza ricevere la dovuta autorizzazione e le conseguenti informazioni sulle regole di cantiere, questo mi sembra estremamente chiaro! Come pensavo, si è invece voluto strumentalizzare la questione in barba alle procedure, tenendo presente che, volendo, i rilievi potevano essere autorizzati ed eseguiti il giorno successivo. Questo modo di agire non aiuta nessuno, anzi crea solo dubbi e disorientamento tra tutti i cittadini. Si fa inoltre presente che ci siamo attivati a richiedere tutte le informazioni dovute e necessarie agli organi preposti che hanno effettuato i rilievi e alla società e che agiremo di conseguenza, nel rispetto del ruolo e delle competenze dell’amministrazione comunale, e per la salute dei cittadini»