Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”
a cura di Marco Gasparri*
E’ pronto il piano “banda ultra larga 2014-2020” con cui il governo Renzi tenta la missione impossible di recuperare gli storici ritardi accumulati dall’Italia con il resto d’Europa.
L’obiettivo, di un valore di circa 7 miliardi di euro, è di dare i 100 Megabit al 50 per cento della popolazione e i 30 Megabit al 100 per cento entro il 2020, secondo i dettami dell’Agenda digitale europea. Adesso siamo intorno al 20 per cento scarso, contro una media Ue che ha superato di gran lunga il 50 per cento.
A causa di questi dati negativi Netflix, la più grande piattaforma di video on demand al mondo, ha deciso di rimandare al prossimo anno l’entrata sul mercato italiano, mentre da settembre avvierà le sue attività in Francia, Germania, Austria e Svizzera, dopo essere già sbarcata nei paesi del Nord Europa e in Inghilterra.
L’obiettivo di dotare un paese con un’infrastruttura di rete veloce non è solo quello di dare a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni una rete che garantisca migliori servizi e un miglior accesso ad Internet, ma anche quello di sfruttare l’effetto che questi investimenti possono generare in termini di efficienza delle imprese, di aumento di produttività e occupazione. Un recente studio mostra che il livello del Pil pro capite aumenta di circa 4 punti percentuali una volta che gli investimenti nelle nuove reti a banda larga sono stati realizzati. Allo stesso tempo, un incremento della penetrazione della larga banda di 10 punti percentuali aumenta il tasso di crescita annuo del Pil pro capite di circa 1-1.5 punti percentuali. Un incremento tangibile soprattutto di questi tempi. E inoltre, solo per la Germania è stato stimato che l’ampliamento della banda larga aprirebbe le porte a 541mila lavoratori per anno.
Il recente Rapporto preparato da Francesco Caio mostra per adesso una Italia a diverse velocità. Il Nord e in genere i territori più popolosi ed industrializzati dove le compagnie tentano lo sviluppo delle reti di nuova generazione finalizzato a portare fibra ottica fino agli armadi di strada (la soluzione che viene definita FttCab), per poi utilizzare la rete in rame esistente per colmare l’ultimo tratto, fino alle case degli utenti. Una soluzione che garantisce una velocità di almeno un minino di 30 Mbps, e, se estesa a tutto il territorio nazionale, fino a 100 Mbps al 47 per cento della popolazione.
Vi è poi una grande fetta di popolazione che risiede in territori poco popolosi e quindi poco appetibili per le compagnie di telefonia. Spesso comuni rurali in cui la connessione web è un miraggio fatto di un vagare con il proprio cellulare alla ricerca del campo per allacciarsi ad un timido segnale mobile.
La rete è un diritto e quindi in questi territori, poiché appunto non appetibili commercialmente, dovrà essere il Governo ad intervenire con connessione ad almeno 30 Mbps, con una pluralità di soluzioni tecnologiche (FttCab, Ftth, mobile di quarta generazione Lte, wireless fisso e satellite).
Quindi non rimane che fare un grande in bocca al lupo al Governo Renzi per una impresa che pare avere davvero dell’impossibile.
* Marco Gasparri è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di comunicazione e marketing. Si occupa da sempre di innovazione e di divulgazione di nuovi media e tecnologie.
Per info e contatti con Marco Gasparri: m.gasparri@kalimero.it