GROSSETO – Lavorare ed al contempo imparare dagli chef l’arte della cucina: una grande scuola di vita. Carichi di orgoglio, i sette ragazzi che hanno portato a termine il tirocinio in prestigiose strutture della provincia di Grosseto per il terzo ciclo di “Botteghe di mestiere” sono stati accolti nella sede dell’Ascom di Grosseto per tirare le somme di quella che è stata la loro fantastica esperienza. Zeudi Longino, Mario Negri, Alessandro Ruggiero e Fabiana Lunghi hanno prestato la loro opera ai fornelli del resort Terme di Saturnia Spa & Golf, Davide De Piero Peretti è stato impegnato per l’Hotel L’Approdo, Daniela Sassera per Hotel Granduca e Terme Marine Leopoldo II e Giulia Pintore per il Ristorante La Rosa dei Venti. “Botteghe di Mestiere” è un programma di inserimento occupazionale per ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 29 anni non compiuti, inoccupati o disoccupati, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e attuato da Italia Lavoro che ha come obiettivi la trasmissione di competenze specialistiche verso le nuove generazioni, rafforzare l’appeal dei mestieri tradizionali; favorire il ricambio generazionale e stimolare la nascita di nuova imprenditoria nel segno del Made in Italy.
Con questa iniziativa molto importante, che ha coinvolto a livello nazionale i brand italiani più prestigiosi e sposata dall’Ascom Confcommercio per il territorio grossetano, è stato possibile offrire anche in Maremma un percorso di tirocinio retribuito della durata di sei mesi, che ha consentito ai ragazzi di arricchire i loro curricula con una concreta esperienza professionale in azienda, lavorando gomito a gomito con i professionisti della ristorazione e sotto la supervisione di un tutor. Funziona così: i tirocinanti percepiscono una borsa lavoro di 500 euro al mese, le aziende un contributo economico di 250 euro mensili per assistere i nuovi arrivati (entrambi erogati da Italia Lavoro Spa).
“Non è un semplice corso, l’apprendimento ‘on the job’ è un’alternativa all’aula molto valida – ha spiegato Gabriella Orlando, responsabile della formazione per Ascom – specie per la formazione di figure professionali spendibili, da subito, nel mondo del lavoro. Anche per questo abbiamo puntato sulla ristorazione di alto livello”. In effetti, alcuni dei giovani coinvolti nel progetto sono stati già “ingaggiati” per le prossime stagioni. E questi i numeri del terzo ciclo di “Botteghe di mestiere” che è appena terminato: numerose le candidature arrivate tramite la piattaforma predisposta da Italia Lavoro, 10 i ragazzi selezionati dalle strutture in base, soprattutto, alla motivazione e non alle esperienze maturate o ai loro studi, 7 tirocinanti che hanno concluso i sei mesi. Mario Negri, ad esempio, proviene dall’Istituto per geometri. “Per noi ragazzi è veramente difficile trovare un’occupazione – ha detto – Durante il tirocinio ho scoperto una vera passione per la cucina che mi è stata trasmessa dal personale e dal tutor”. Forse Mario ha trovato la sua strada. Anche Giulia Pintore, diplomata al Liceo Scientifico, non aveva mai avuto a che fare con la ristorazione, ed ora attende di essere richiamata alla Rosa dei Venti. Lo chef Giancarlo Francia dice di lei: “Ho colto nei suoi occhi quella marcia in più, fatta di umiltà e di determinazione”.
Per Francia, come per tutti gli altri intervenuti in rappresentanza delle aziende, da Piero Rocchi, capo del personale delle Terme di Saturnia Spa, a Paola Bianchi dell’hotel L’Approdo, a Simone Ponziani, direttore dell’hotel Granduca, alla chef della SoFis Sandra Rossi, ma anche secondo Elisabetta Barbaro, operatore Progetto Amva di Italia Lavoro, “Botteghe di Mestiere” si conferma “un progetto valido, utile sia per le aziende che per i giovani, ai quali consente un arricchimento non solo professionale ma anche umano e caratteriale”. Tra l’anno scorso e quest’anno Ascom Confcommercio grazie a “Botteghe di mestiere” ha avviato alla professione della cucina 16 giovani che forse, chissà, un giorno diventeranno dei veri chef. Ma il vero auspicio, come sottolineato più volte da tutti, è che il progetto ministeriale possa avere un seguito, possa ripetersi ancora, perché c’è bisogno di strumenti concreti, come questo, per favorire davvero l’occupazione giovanile.