a cura di Giulia Carri
SISTERON – Benedetta Aldi, 31 anni di Grosseto. Dopo un erasmus a Parigi, decide di trasferirsi in Francia, dove ora vive con la sua famiglia e lavora come insegnante di Italiano in Provenza.
Come mai sei partita per la Francia?
“Mi sono laureata a Pisa in lettere e filologia europee ma la prima volta sono partita per Parigi nel 2006 per fare un anno di erasmus a la Sorbonne. A Luglio del 2007 sono rientrata in Italia per completare la laurea specialistica, dopo la quale prevedevo di fare un dottorato sul rinascimento italiano a Firenze. Nonostante fosse la mia passione, non me la sono sentita di intraprendere la carriera accademica in Italia, perché troppo precaria e molto poco riconosciuta. Quindi nel 2008 ho concorso e vinto un bando del Ministero dell’Istruzione Italiano e sono tornata a Parigi per lavorare come assistente all’insegnamento della lingua italiana.”
Da allora sei rimasta in Francia?
“No, la borsa di studio prevedeva sei mesi di apprendistato pagato come assistente madrelingua. Ho scelto la Francia perché dall’esperienza erasmus mi era piaciuta, e sono rimasta affascinata da Parigi e dalla sua cultura. Sono stati mesi molto intensi e formativi, belli. Ero insieme al mio attuale compagno, e siamo passati attraverso tutte le difficoltà che affronta ogni straniero all’estero, ma ne è valsa la pena. Infatti al nostro rientro in Italia, abbiamo subito cominciato a capire come tornare in Francia, stavolta a lungo termine.”
Cosa hai fatto?
“Ho seguito il consiglio delle tante valide persone che ho avuto la fortuna di incontrare durante quel periodo di insegnamento, ed ho concorso per avere il posto di ruolo come insegnante di italiano in Francia. In questo paese ci sono due concorsi l’anno per l’insegnamento, in ogni disciplina. E’ un concorso difficile, ma dà la possibilità a chiunque lo superi di accedere ad una carriera nell’insegnamento a tempo indeterminato sia nella scuola che nelle università. Senza pensarci troppo ho deciso di provare.”
Come è andata?
“Col mio compagno, che come me insegna italiano, siamo tornati a Parigi a Settembre per seguire i corsi di preparazione al concorso. Per il primo anno ho solo studiato, non hai tempo per fare molto altro, e quando potevo lavoravo come assistente nei corsi di preparazione all’esame di accesso universitario. E’ stata dura ma ho passato il concorso, e nel 2011 ho cominciato l’anno di apprendistato per l’insegnamento dell’italiano a Lione. Il mio compagno invece lavorava all’università di Aix en Provence, e per un anno abbiamo vissuto separati vedendoci quando potevamo. Quando finalmente ho avuto il trasferimento in Provenza, ci siamo trasferiti a Sisteron.”
Lavorare in Francia ti piace?
“Sì. L’insegnamento in Francia è una professione stimolante, giustamente riconosciuta ed apprezzata sia dai cittadini che dallo stato. E’ evidente già da quanto lo Stato francese investe nell’istruzione. Questo permette alla scuola di eccellere da un punto di vista organizzativo e strutturale e mette noi insegnanti in grado di lavorare al meglio. In Italia molti miei colleghi hanno ancora posizioni precarie nonostante anni di insegnamento ed esperienza. Dall’altra parte quello che trovo difficile in questo paese è la sua grande burocrazia e formalità, che poi si rispecchia anche nelle dinamiche sociali.”
Che progetti hai per il futuro?
“Abbiamo avuto da pochi mesi un bambino per qualche anno rimarremo qua. Poi se possiamo ci piacerebbe, sempre insegnando italiano, spostarci anche in altri posti per un po’. Vedremo come va.”
Torni spesso in Maremma?
“Da quando sono mamma sì, per stare con la mia famiglia ed i miei amici. Questo è il mio ottavo anno fuori dall’Italia e i miei affetti, specie adesso che ho un bambino, mi mancano molto. Come mi manca la nostra cucina e la nostra socialità. Ma non vedo un futuro roseo per la mia professione in Italia, quindi un ritorno non è ancora pensabile.”