GROSSETO – Sembra proprio che siano cani di proprietà mal gestiti e non lupi o ibridi ad essere responsabili della maggioranza degli attacchi alle greggi nelle campagne maremmane. E’ quanto è emerso dalle dichiarazioni e dai dati della Provincia di Grosseto nel corso della prima riunione del tavolo tecnico istituito nell’ambito di Ibriwolf e del piano strategico per la gestione del randagismo del quale la LAV è parte, dove l’ente provinciale ha riferito sulla base delle azioni intraprese sul territorio e in particolare in relazione al posizionamento di gabbie-trappola nelle zone di Stribugliano, Roccalbegna e tra Scansano e Roccalbegna e alle visite di controllo nelle aziende zootecniche. Nelle aree in cui sono state piazzate gabbie-trappola, in base a quanto riferito dalla Provincia, gli attacchi alle greggi si sono interrotti pur non verificandosi alcuna cattura né di lupi, né di ibridi, né di cani, portando alla logica conclusione che gli attacchi stessi siano riferibili all’azione di cani padronali.
«Il fatto che le gabbie non producano catture e che al contempo non si verifichino attacchi nelle medesime zone – sono le parole del rappresentante della Provincia nel verbale ufficiale della riunione del tavolo tecnico – indicherebbe che la maggior parte degli attacchi nelle zone interessate sono effettuati da cani vaganti di proprietà, i cui proprietari li controllano più accuratamente al momento in cui sono a conoscenza della presenza delle gabbie stesse».
«La prevenzione tramite il controllo dei cani padronali e la sterilizzazione è il mezzo fondamentale per affrontare la questione attacchi – afferma Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto – mentre i risarcimenti ai pastori sono solo un tampone temporaneo e non risolutivo. La stessa ASL nella riunione del tavolo provinciale ha sostenuto di individuare come priorità la sterilizzazione dei cani per limitare i danni e le possibili ibridazioni».
«Al contempo – prosegue Bottinelli – la Provincia sta attuando nell’ambito di Ibriwolf un’opera di controllo delle aziende zootecniche al fine di verificare la presenza e la gestione dei cani: a fronte di una media di 3 cani ad azienda, almeno 25 allevatori intervistati su 58 hanno esplicitamente attribuito la responsabilità degli attacchi alle proprie greggi a cani delle aziende vicine, mentre almeno 6 aziende hanno ammesso il vagantismo dei propri cani».
«Ma insieme a questo – specifica Bottinelli – solo 2 aziende su 58 hanno alcuni cani sterilizzati e solo 13 si sono dette disponibili a sterilizzare i propri animali, mentre la grande maggioranza rimangono restie. Ciò chiaramente può gravare e grava in maniera pesante sul fenomeno randagismo e vagantismo e può produrre ibridazione con il lupo, tutti fenomeni da scongiurare. La Regione Toscana, anziché investire cospicue somme per azioni preventive, ha stanziato per risarcimenti agli allevatori la grande maggioranza dei 4 milioni di fondi previsti dal piano triennale in materia, lasciando alla prevenzione del randagismo solo 250 mila euro all’anno su tre province, evidentemente insufficienti ad affrontare alla radice il problema. Tutto questo nonostante la LAV, come membro del tavolo tecnico regionale, abbia anche in quel contesto sottolineato l’importanza della prevenzione chiedendo formalmente che tutte le aziende zootecniche godano della possibilità di sterilizzazione gratuita dei propri cani e mettendo il proprio personale a disposizione per interventi formativi nelle scuole».