di Barbara Farnetani
GROSSETO – «La sentenza del tribunale è superiore alla circolare del ministero» nulla cambia per il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi in merito alla questione dei matrimoni gay. Dopo che il ministro dell’interno Angelino Alfano ha firmato una circolare da inviare ai prefetti per dire che «non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso» sono molti i sindaci che hanno già annunciato che non rispetteranno la direttiva del ministro (a fianco i documenti della trascrizione del primo matrimonio gay a Grosseto).
«Se ci si sposa tra persone dello stesso sesso – ha affermato Alafano questa mattina in una intervista -, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge. Dove risultino adottate queste direttive sindacali in materia di trascrizione delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero e che vogliono essere registrate in Italia – ha aggiunto – dirò ai Prefetti che si dovranno rivolgere ai sindaci rivolgendo loro un invito formale al ritiro di queste disposizioni ed alla cancellazione, ove effettuate, delle trascrizioni, avvertendo anche che in caso di inerzia si procederà al successivo annullamento d’ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati».
«Con questa circolare il ministro porterà solo contrasti tra sindaci e prefetti – prosegue Bonifazi – visto il ruolo che ha chieda al parlamento di legiferare in materia così da togliere definitivamente ogni dubbio. Quando ci fu la richiesta la trascrizione delle nozze celebrate all’estero tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci – ricorda Bonifazi – i nostri uffici risposero negativamente alla richiesta di trascrizione. Questo ha determinato un ricorso della coppia al giudice, che gli ha dato ragione. A quel punto è stato il tribunale che, con una sentenza, ci ha chiesto di trascrivere il matrimonio poi la Procura si è opposta e dunque di fatto è tutto sospeso, ma il tribunale è intervenuto perché di fatto c’è un vuoto legislativo, che non si colma certo con una circolare. Anzi è un modo per non affrontare il problema».