di Sabino Zuppa
TALAMONE – Aveva fatto indigestione di pezzetti di legno e di altri rifiuti che aveva trovato nell’acqua del mare, e per questo aveva rischiato di morire l’esemplare di Caretta Caretta che sabato prossimo verrà liberato nelle acque delle Formiche di Grosseto dopo essere stato curato presso il centro recupero tartarughe marine dell’acquario di Talamone. Un piccolo, della lunghezza di circa 38 cm, la cui età è stata stimata in 4-5 anni, che è rimasto sotto le cure della veterinaria Chiara Caruso per circa due mesi da quando, il 21 agosto scorso, quattro agenti della squadra nautica del Corpo Forestale dello Stato di Porto Ercole l’avevano ritrovata tra l’isola del Giglio e Montecristo mentre galleggiava in modo anomalo muovendosi con difficoltà.
E dalle radiografie eseguite per la diagnosi era appunto risultato che l’animale aveva ingerito parecchio materiale inerte il quale, dopo le prime cure, aveva subito iniziato ad eliminare con le feci. Prima della liberazione, sabato prossimo alle ore 10,30 a Talamone nel piazzale del porto saranno invitate le autorità ed i bambini delle scuole locali per dare un saluto di augurio a questo animale che verrà poi caricato sulla motovedetta della Giardia Costiera e condotto sul luogo della liberazione scelto nell’ambito del programma Go Green Mare.
Un progetto per la conoscenza e la tutela del mare e dei suoi abitanti al quale partecipano il Parco della Maremma con il suo centro di recupero, l’università di Pisa e l’università di Firenze. Prima di tornare in libertà nel bel mezzo del santuario dei cetacei, il dottor Paolo Luschi di Pisa applicherà a questa tartaruga un trasmettitore satellitare molto piccolo e leggero, adatto ad esemplari giovani, che servirà a sapere dove andrà la tartaruga una volta liberata. È un esperimento piuttosto nuovo che permetterà di seguire le sue tracce grazie al segnale lanciato al satellite ogni volta che tornerà a galla per respirare o per riposare e grazie al quale si potrà tracciare una mappa dei suoi spostamenti.