SASSOFORTINO – «Cosa significa celebrare la festa del patrono? Non per ottenere qualcosa di esteriore, ma per guardare a lui come un invito e un impegno a continuare la sua vita, ad immergere il nostro cuore nel cuore di Dio e ad avere l’intelligenza dello spirito, che è capacità di entrare nel mistero dell’esistenza». Così il vescovo Rodolfo Cetoloni ai tanti fedeli che ieri a Sassofortino hanno celebrato, in un clima di festa e di solennità gioiosa, san Michele arcangelo a cui è dedicata la Parrocchia.
Il vescovo ha gioito per la vivacità di una comunità cristiana piccola nei numeri, ma viva, entusiasta e appassionata. Curatissimi sia la Messa del pomeriggio, animata dal coro parrocchiale “Madre di Grazia” e concelebrata, oltre che dal parroco don Aimè, da diversi sacerdoti della Diocesi, che la processione per l’intero paese, con la statua di san Michele arcangelo trainata da un caratteristico carro dipinto. Ad aprire la processione la Filarmonica Città di Grosseto, mentre lungo il percorso erano state predisposte alcune tappe di sosta per una preghiera e una meditazione più prolungata. Il rientro, intorno alle 20, al campo sportivo della Parrocchia, dove il vescovo ha impartito la benedizione. La giornata di festa si è conclusa con un momento conviviale e un suggestivo spettacolo pirotecnico.
Nell’omelia il vescovo Rodolfo, commentando il Vangelo del grano e della zizzania che crescono insieme, ha sottolineato quanto «il male ci seduca, perché talvolta appare più bello del bene che, invece, costa, ma quando il male si insidia in noi c fa provare la lontananza da Dio e ci fa perdere la fiducia di essere suoi figli. Satana – ha ammonito – non è solo nei peccati più gravi ed evidenti, ma anche nella nostra pigrizia, nel nostro orgoglio, nella nostra tristezza. Ci sono però gli angeli, i messaggeri che ci ricordano che Dio si interessa ad ognuno di noi, sempre».