ISOLA DEL GIGLIO – Dopo l’ultimatum su Facebook a Francesco Schettino, la ballerina moldava Domnica Cemortan ha deciso di raccontare la sua verità al settimanale Oggi: nella rivista domani in edicola (e sul sito www.oggi.it) sostiene che la notte del naufragio della Concordia, mentre migliaia di persone si accalcavano ai ponti più bassi per saltare sulle scialuppe, lei, il comandante Schettino e il maitre Ciro Onorato, si mossero in direzione opposta: “Salimmo al ponte 11 – dice la moldava – e anche se Schettino sostiene di esserci andato per controllare la dritta della nave io dico che eravamo lì ad aspettare un elicottero che portasse via tutti e tre. O forse solo qualcuno di noi”.
La rivelazione secondo la moldava “mostra nello sviluppo delle operazioni di soccorso alcune stranezze”. “Subito dopo l’impatto – ricorda al settimanale – Schettino si fece raggiungere in plancia da Ciro Onorato, maitre di bordo, che è fratello di Gianni, che all’epoca era direttore generale di Costa Crociere (adesso è alla compagnia Msc, ndr). Schettino era sempre al telefono. Parlava con qualcuno ma non capivo cosa dicesse. Dopo aver dato l’ordine di abbandonare la nave, chiese a me e a Ciro di seguirlo sul ponte 11. Sinceramente non capivo. Perché andare lassù?”.
Quando uscirono all’aperto Domnica cominciò a farsi un’idea più precisa anche se “nessuno parlò dell’arrivo di un elicottero”, dice. “Mentre eravamo lì il comandante aveva un’aria impaziente, continuava a guardarsi in giro come se aspettasse qualcosa. A un certo punto disse: ‘Ma qui non ci vede nessuno!’. Il riferimento mi è sembrato inequivocabile. Chi mai doveva vederci di notte in cima alla nave? Da sotto nessuno ci poteva vedere. Evidentemente era dall’alto che dovevamo renderci visibili”. Domnica si avvicinò a Ciro Onorato e accese la spia luminosa sul suo salvagente: “Volevo segnalare la nostra posizione ma non arrivò nessuno. Dopo una ventina di minuti, arrivò una telefonata a Schettino. Quando la interruppe gli chiesi se stava arrivando un elicottero, ma lui rispose che i piani erano cambiati e dovevamo tornare ai ponti inferiori”.