di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GROSSETO – «La nostra azienda ha performance eccellenti e siamo soddisfatti die risultati raggiunti in questi anni». Fausto Mariotti, direttore generale della Asl 9 insieme al direttore sanitario Danilo Zuccherelli e al direttore amministrativo Daniele Testi, risponde alle denunce contenute nell’esposto firmato dal gruppo “Camici grigi” che aveva espresso molte perplessità sulla gestione dell’azienda e sulla qualità dei servizi sanitari nell’area grossetana. Critiche che avevano riguardato anche i criteri di valutazione con i quali viene giudicata l’efficienza della Asl 9.
«Nel 2007 – spiega Mariotti – questa Asl risultava ultima in Toscana come situazione complessiva, dal 2009, anno in cui mi sono insediato a Grosseto, abbiamo migliorato molto le nostre performance generali tanto da risultare da allora sempre tra i primi posti». Nel giro di due anni infatti, dal 2007 al 2009, la Asl 9 di Grosseto è balzata in prima posizione rispetto all’analisi “Mes” eseguita dalla scuola Sant’Anna, che oltre a valutare le aziende sanitarie della Toscana analizza anche le Asl a livello nazionale in dieci regioni diverse. E irisultati eccellenti raggiunti nel 2009 si sono poi ripeturi anche negli anni successivi. Nel 2010 e nel 2011 la Asl 9 si è classificata terza in Toscana, mentre oltre al 2009 anche nel 2012 e nel 2013 è risultata ancora una volta al primo posto. «Ma non solo: nel quadro complessivo del network delle regioni, che prende in considerazione decine Asl, Grosseto risulta tra le migliori tanto che al di fuori dei confini provinciali la nostra azienda è considerata una delle migliori, ma non soltanto dal punto di vista economico, in generale».
E a dire il vero guardando lo schema del “bersaglio Mes”, che analizza 400 indicatori dei vari ambiti di indagine della ricerca (tra questi la valutazione fatta dagli utenti, il clima interno, l’organizzazione, i servizi erogati) soltanto due aspetti ricadono nella “zona rossa” (quella che presenta le criticità): uno riguarda il settore materno infantili e sostanzialmente la gestione dei parti di donne straniere e l’altro l’indice di compesnazione cioè la differenza del rapporto tra le “fughe” e degli “arrivi” ovvero i pazienti che si vanno a curare in altri Asl rispetto a quelli che da fuori territorio vengono a curarsi in Maremma. «Non siamo affatto delusi di questi risultati anche perché guardando il dato nazionale (relativo come detto a dieci regioni) notiamo come Grosseto sia un’eccellenza e per questo parlano i fatti». La Asl 9 è la seconda in Italia per tasso di ospedalizzazione cioè il numero di ricoveri per 1000 abitanti e ciò significa «fare un corretto uso dell’ospedale».
Il nodo delle liste di attesa – Se c’è un punto da migliorare quello riguarda i tempi di attesa per una serie di analisi e servizi. «Anche in questo caso si è cercato di analizzare i dati in modo distorto, dandone una lettura ridicola» spiega ancora Mariotti che poi annuncia a breve, «è una questione di gironi», l’avvio del progetto per la riduzione delle attese. «Il problema dei tempi di attesa – dice Zuccherelli – è diffuso in tutto il sistema sanitario e qui a Grosseto abbiamo varato proprio in questi giorni un “pacchetto” di misure per ridurre tempi e liste». In particolare per i prossimi tre mesi, grazie all’unità mobile di risonanza magnetica, «saremo in grado di garantire 52 analisi in più a settimana» con l’opzione di rinnovare il servizio anche per gli ulteriori tre mesi. In pratica si tratta di 600 analisi in più in 90 giorni “rinnovabili”. «Da queste – chiarisce Zuccherelli – poi devono essere escluse le risonanze che riguardano pazienti i ricoverati e i pazienti oncologici per i quali c’è un regime di immediatezza». In diminuzione poi anche l’andamento delle prestazioni erogati in “libera professione”, altro punto che invece era stato contestato nell’esposto.
Il clima interno e il coinvolgimento del personale – Insieme al progetto per la riduzione dei tempi di attesa partirà a breve anche un’altra iniziativa che riguarda il rapporto tra dipendenti e azienda. «Coinvolgeremo tutto il personale (circa 3000 dipendenti) – aggiunge Mariotti – in un’iniziativa di partecipazione. Abbiamo già formato 100 gruppi di lavoro che fanno capo a 50 animatori (ognuno sarà il referente per due gruppi). I gruppi lavoreranno per riflettere sull’organizzazione e da questa discussione collettiva saranno poi presentati dei progetti che prenderemo in considerazione. Immaginiamo di poter costruire non soltanto un progetto utile per la condivisione, ma di poter sedimentare un modello di rapporti tra dipendenti e aziende che sia utile per il nuovo gruppo dirigente e per altre aziende».