MASSA MARITTIMA – «Nel dicembre 2012 sono stati approvati gli “indirizzi alle Aziende sanitarie per il riordino del sistema sanitario regionale”, facendo una scelta di campo a favore della sanità territoriale e della riorganizzazione della rete ospedaliera». Lo Spi Cgil Colline Metallifere parla di sanità. «Ci sembrava di aver capito che le due cose dovessero andare di pari passo, tanto che sono stati firmati patti territoriali. L’ultimo se non sbagliamo nel luglio 2013, nel quale furono concordate e sottoscritte scelte di politica sanitaria per le Colline Metallifere che riguardavano sia l’ospedale sia il territorio, condivise da tutte le istituzioni e dall’assessore alla sanità Marroni».
«Oggi ci chiediamo quanto di quella delibera sia stato realizzato sul territorio – prosegue la Cgil -. Dove siano le declamate “Case della Salute”, con i loro nuovi modelli organizzativi territoriali che attraverso medici di famiglia integrati con la guardia medica, specialisti e attività diagnostiche, avrebbero dovuto garantire un’assistenza di 16 ore giornaliere. Ma la risposta che ci diamo è che sono rimaste sulla carta dei documenti della Asl 9. E ancora ci chiediamo quanto si sia realizzato rispetto ai bisogni di salute, in termini di sviluppo e miglioramento della continuità assistenziale e della presa in carico globale del cittadino, anche attraverso il potenziamento dell’Adi (Assistenza domiciliare integrata). Che fine hanno fatto l’estensione della sanità di iniziativa per la presa in carico del paziente affetto da patologia croniche, lo sviluppo del sistema di cure intermedie, i posti di sollievo come alternativa alla domiciliarità quando necessario?»
«In mancanza di tutto ciò, per lo Spi Cgil delle Colline metallifere è d’obbligo mantenere un ospedale, anche se periferico, che sia efficiente e adeguato ai bisogni di un territorio dove le uniche risposte sanitarie sono quelle ospedaliere – afferma ancora lo Spi -. Constatare oggi che si riducono i posti letto e che l’ospedale è sottoposto ad un lento e continuo impoverimento di personale, strumentazione e professionalità, in antitesi agli impegni assunti con i patti territoriali, non ci piace per niente. Ne ci piace che l’Unità operativa complessa di pneumologia sia depotenziata, o che i promessi quattro posti letto di terapia sub intensiva non siano mai stati realizzati. Alla luce di tutto questo riteniamo quanto mai opportuno che sindacato, politica e sindaci dei sei Comuni delle Colline Metallifere si riuniscano per un confronto costruttivo, lasciando da parte i campanilismi, le contrapposizioni tra “voi” e “noi”, per un obbiettivo importante per tutta la Zona: il futuro della sanità territoriale e ospedaliera delle Colline Metallifere».