GROSSETO – “Suor Lucia, suor Olga e suor Bernardetta ci hanno insegnato come si vive e come si muore per amore”. Così, lunedì sera, suor Franzine, missionaria saveriana congolese, ha ricordato le tre consorelle barbaramente uccise nel loro convento di Bujumbura, in Burundi.
Suor Franzine è intervenuta insieme a suor Dora, anch’essa missionaria saveriana originaria dell’Amazzonia, alla processione che la comunità parrocchiale dell’Addolorata ha effettuato per le vie del quartiere Gorarella, a Grosseto, nella festa liturgica della patrona. Le due religiose erano state invitate dal parroco don Roberto Nelli e dal vice parroco don Marco Gentile per offrire la loro testimonianza all’interno della festa patronale dedicata quest’anno alla contemplazione della Chiesa perseguitata e sofferente. E la loro testimonianza, resa in ciascuna delle quattro tappe che hanno scandito il percorso della processione, è stata forte, commovente, fiera.
In particolare suor Franzine ha raccontato la sua esperienza con le tre consorelle trucidate, avendo trascorso con loro, nel convento di Bujumbura, un periodo di apostolato missionario. “Erano missionarie già avanti negli anni – ha raccontato – ma conservavano la stessa passione missionaria di quando sono partite moltissimi anni fa. Suor Lucia era stata ostetrica ed infermiera prima in Brasile, poi per 23 anni in Congo e negli ultimi sette in Burundi. Olga aveva trascorso ben 40 anni in Congo, occupandosi prevalentemente della catechesi, desiderosa com’era di far conoscere Gesù a tutti. Era soprattutto particolarmente felice di accompagnare gli anziani ai sacramenti. Bernardetta, infine, era stata anch’essa prima in Congo, dal 1970, poi in Burundi, impegnata nell’alfabetizzazione degli adulti, soprattutto donne. Possedeva una grande capacità di voler bene. Nella loro morte – ha proseguito la religiosa – hanno scosso come un terremoto le terre dei grandi laghi e saranno il seme di nuovi cristiani in terra d’Africa”, ha concluso.
La contemplazione della Chiesa perseguitata prosegue domani, mercoledì 17 settembre, alle ore 21 con una tavola rotonda nell’auditorium parrocchiale, dal titolo: “La persecuzione dei cristiani oggi”. Interverranno Fulvio Scaglione e don Ildephonse Niyongabo. Modererà l’incontro Giacomo D’Onofrio, responsabile dell’ufficio diocesano comunicazioni sociali. Fulvio Scaglione è vice direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, esperto di Esteri, è stato corrispondente da Mosca, ha seguito le vicende della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, dell’Afghanistan, dell’Irap e del Medio Oriente. Di recente ha realizzato un’intervista con l’ex presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, il quale ha lanciato la proposta di una “Onu delle religioni” guidata da Papa Francesco.
Don Ildephonse è egli stesso un testimone della Chiesa perseguitata. Sacerdote originario del Burundi,attualmente è vicario parrocchiale a Civitanova Marche (Macerata) ed è uno dei pochi superstiti dell’eccidio nel seminario di Buta, avvenuto il 30 aprile 1997, quando furono uccisi 40 seminaristi hutu e tutsi tra i 14 e i 19 anni, per i quali è iniziata la causa di beatificazione.