di Sabino Zuppa
MONTE ARGENTARIO – L’attività di pesca delle paranze di Monte Argentario si fermerà quest’anno tra le polemiche ed il malcontento dei pescatori che perderanno fior di quattrini a causa della decisione del Mipaaf, il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di anticipare il fermo biologico di 15 giorni rispetto all’anno passato. Per il 2014, infatti, anche l’attività dei pescherecci del promontorio si bloccherà obbligatoriamente a partire da domani, 14 settembre e rimarrà tale fino al 15 di ottobre quando potranno tornare in mare le circa 24 imbarcazioni per la pesca a strascico di Porto Santo Stefano insieme alle 5 barche di Porto Ercole. Una flotta che da vivere a centinaia di persone appartenenti alle famiglie di Monte Argentario e che quest’anno sarà ulteriormente penalizzata da un fermo biologico che avviene proprio in un momento in cui il mercato del pesce locale tira bene e si mantiene su buone quotazioni del pescato.
Questo perché è ancora in funzione il comparto turistico che con la ristorazione necessita di pesce per la clientela che nei mesi invernali non servirà certamente allo stesso modo. Dunque un controsenso ed un danno, fanno sapere i rappresentanti dei pescatori d’altura argentarini perché il settore è già in crisi a causa delle congiuntura, del caro gasolio ed anche delle nuove nome della burocrazia che stanno provando ad informatizzare un settore dove l’attività artigiana tramandata di padre in figlio si trova a fare i conti con obblighi cui a volte può ottemperare chi ha seguito studi superiori. Insomma un blocco di attività che avrà strascichi e ripercussioni e che costringerà, in un periodo di buona richiesta dei ristoranti e gli alberghi di tutto il centro Italia, alla chiusura una delle due aste del pesce di Porto Santo Stefano.
Rimarrà aperta solamente quella dei fratelli Manno dove sarà accolto il pescato delle imbarcazioni più piccole, quelle dei cosiddetti “tramaglini” che usano le reti da posta allontanandosi di poco dai relativi porti di partenza e che rappresentano il 20% del prodotto. Tra l’altro, per la prossima settimana è già in programma un incontro tra le associazioni di categoria e le istituzioni pubbliche dove il tema principale sarà quello di discutere su questa scelta del direttore generale del Mipaaf di anticipare i tempi, nonostante il parere contrario di tutte le marinerie del centro Italia ed i consigli di alcuni degli amministratori competenti territorialmente.