ORBETELLO – “Il mio viaggio con Steve inizia 15 anni fa, nella stagione dei monsoni ad Angkor Vat. In Cambogia” Così Biba Giacchetti si racconta, aprendo la sua conferenza ad ImagO, e lo “Steve” in questione è McCurry. L’ospite della serata di giovedì, nella polveriera Guzman di Orbetello, è stata la curatrice di mostre italiane di Elliot Erwitt e Steve McCurry: Biba.
La Giacchetti ha raccontato, davanti ad oltre 150 persone, i suoi viaggi attraverso i tanti progetti realizzati insieme ai due “mostri sacri” della fotografia e ha mostrato e spiegato foto che sono icone nell’immaginario collettivo.
Le immagini di Erwitt e McCurry, unite alla passione e all’esperienza della Giacchetti, hanno coinvolto, negli anni, architetti, designer, responsabili di musei e art director per creare gli allestimenti di mostre ed esposizioni, e ieri hanno affascinato il pubblico orbetellano, incredulo di avere davanti agli occhi le immagini e le storie di foto celebri ed amate da sempre, magari attaccate in stampe sulle pareti delle proprie case.
Biba ha tratteggiato il viaggio umano e professionale di McCurry e di Erwitt e svelato alcuni aneddoti nascosti dietro ai loro scatti, come quello della celebrissima ragazza afgana di Steve McCurry – riproposta da tutti in qualsiasi versione, persino in un pupazzetto della Lego – o la visione ironica sul mondo e sull’amore di Elliot Erwitt.
Biba Giacchetti è anche co-fondatrice dell’agenzia fotografica SudEst 57 ed autrice di libri sulle fotografie-icone di McCurry ed Erwitt, fotografi eccelsi con la capacità di piacere a tutti.
“Davanti ad un loro scatto, noi tutti -mi ci metto anche io- desideriamo immedesimarci. Vogliamo andare in quei posti immortalati, oppure sederci in poltrona e viaggiare con loro, conoscere e capire”, ha detto Biba Giachetti, spiegando lo spirito ed il lavoro dietro a foto celebri, frutto, alle volte, di ore di appostamento, mentre in altre, risultato di un’istante di vita, rubato con il giusto sguardo.
ImagO “è orgogliosa e fiera di aver avvicinato la Costa d’Argento a Paesi lontani o a ritratti di un epoca passata e di aver consentito al pubblico presente un viaggio nello spazio e nel tempo, attraverso questo racconto il cui il fascino resta nelle pagine dei libri di Biba e soprattutto nelle foto impresse negli occhi degli spettatori”.