GROSSETO – La crisi economica e il tempo inclemente hanno segnato in negativo l’estate 2014 e le imprese legate al comparto turistico, salvo poche eccezioni, stanno registrando significativi cali di fatturato. Confcommercio aveva recentemente chiesto alle amministrazioni locali di prodigarsi per dare una mano agli imprenditori, sia tutelandoli dalla concorrenza sleale e dall’abusivismo, sia limitando la pressione della fiscalità locale. Il direttore di Ascom Confcommercio Paolo Coli, alla fine del mese di agosto, dichiara con amarezza: «Non voglio generalizzare, ma la maggior parte dei Comuni ha del tutto ignorato le nostre raccomandazioni. Ci sono locali abusivi che continuano ad organizzare feste danzanti, circoli che somministrano alimenti e bevande a tutti e non ci risultano interventi repressivi adeguati. Anche le sagre imperversano senza limiti, migliaia di coperti in concorrenza sleale con chi paga le tasse e viene assoggettato a continui ed accurati controlli»
Coli però evidenzia un ulteriore gravissimo problema: «Ignorando le nostre ripetute richieste di confronto fatte durante la primavera, alcuni Comuni hanno deliberato le nuove tariffe TARI, la tassa sulla raccolta dei rifiuti, ed hanno inserito aumenti assolutamente improponibili. Follonica ha aumentato di quasi 8 punti percentuali, Manciano di oltre il 20%. Ma Orbetello ha battuto tutti: si parla di cifre intorno al 60%, con punte che arrivano al 140%. Sono cifre scritte nero su bianco nelle delibere, approvate proprio mentre le imprese chiedevano un aiuto. A questo punto si tratta di capire se gli aumenti derivano da scelte improvvide dei Comuni o dalle tariffe di SEI Toscana, l’azienda partecipata incaricata della raccolta e dello smaltimento. Infatti, se così fosse, sarebbe interessante valutare perché un’azienda nata per ottimizzare i costi e ridurre le spese, dopo appena un anno di vita, mostra inefficienze così gravi rispetto ai precedenti gestori, già di per sé non particolarmente apprezzati per efficienza ed efficacia»
Paolo Coli, inoltre, fa notare l’incongruenza delle tariffe da un Comune all’altro: «Se gli aumenti fossero derivati da una variazione dei costi di raccolta, sarebbero stati simili per tutti, perché dunque queste differenze? Perché non ci sono criteri di omogeneità tra le diverse amministrazioni? E’ evidente che qualcosa non quadra. Quello che appare chiaro a tutti è il criterio adottato. Mille rivoli di imposizione statale, regionale e comunale. Ognuno di questi aumenta e la somma complessiva diventa insostenibile e strangola imprese e cittadini. E’ davvero questo ciò che vogliono i nostri amministratori?»