GROSSETO – «Da più di tre anni la Provincia di Grosseto ha al Casone una propria centralina di misurazione delle emissioni a terra i cui risultati sono validati da Arpat, e mai è stato rilevato uno sforamento dei limiti di legge delle sostanze monitorate. Ogni allarmismo rispetto a ricadute sulla salute umana è quindi del tutto fuorviante». Anche il presidente della Provincia, Leonardo Marras e l’assessore all’ambiente Patrizia Siveri intervengono sulla vicenda Solmine tranquillizzando i cittadini. I dati degli sforamenti di cui dà conto anche Arpat, infatti, sono quelli rilevati al camino, mentre i rilevamenti della centralina a terra non hanno mai segnato emissioni oltre i limiti di legge.
«Quanto all’Aia ministeriale per l’impianto di Nuova Solmine – precisano gli amministratori provinciali -, si tratta di una procedura sulla quale la Provincia di Grosseto non ha alcuna titolarità, se non quella di esprimere pareri in sede di conferenza dei servizi presso il ministero competente. Cosa che abbiamo sempre fatto, peraltro in conformità a tutti gli altri Enti partecipanti, compreso il parere negativo alla richiesta di revisione dell’Aia presentata da Nuova Solmine per ottenere il riconoscimento delle ceneri di pirite come sottoprodotti e non rifiuti. Parere negativo espresso in ossequio alla normativa europea e nazionale».
«L’Ispra, peraltro, non ci trasmette in via ordinaria le segnalazioni che comunica al ministero dell’Ambiente, che se rileva infrazioni le comunica alla Procura della Repubblica – ricordano ancora Marras e Siveri -. Questo perché la Provincia non ha titolo ad intervenire su una procedura di competenza ministeriale. Dal che ne consegue che ogni accusa alle Istituzioni locali di non essere intervenute, è completamente priva di fondamento. A Barocci va riconosciuta la capacità di sollevare con regolarità grandi polveroni mediatici, ai quali però raramente seguono fatti concreti. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Grosseto è evidentemente ancora in corso; se e quando fossimo chiamati in causa non avremo alcuna difficoltà ad intervenire, come abbiamo sempre fatto quando ce n’erano i presupposti. Ad oggi teniamo a precisare, per l’ennesima volta, che i monitoraggi ambientali non hanno evidenziato alcun rischio per la pubblica incolumità, e che i cittadini di Scarlino e Follonica non hanno nulla da temere».
«La Regione Toscana nell’ambito delle sue competenze ha sempre presidiato la questione della Nuova Solmine con attenzione e puntualità. E’ stata sempre presente, mai silenziosa». L’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini respinge al mittente le accuse mosse dal Forum Ambientalista riguardo l’inchiesta aperta dalla magistratura di Grosseto sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto dell’azienda di Scarlino. «L’Autorizzazione integrata ambientale è gestita e regolata dal Ministero dell’Ambiente – precisa Bramerini – ma la Regione, che partecipa con un suo rappresentante al Gruppo Istruttore della Commissione AIA -IPPC ministeriale, ha sempre espresso parere negativo sulle varie richieste di proroga da parte della Solmine, pur consapevole che è un’azienda importante per tutto il nostro territorio, così come si è opposta alla richiesta di gestire le ceneri di pirite come sottoprodotto. Va da sé che in quanto Regione, pur in tempi di crisi, – conclude Bramerini – abbiamo il compito di stimolare quelle aziende che per il loro processo produttivo hanno impatti particolari sull’ambiente, a mantenere l’equilibrio fra questo e la loro attività di impresa che è naturalmente legata all’occupazione, a maggior ragione se si tratta di aziende la cui presenza riveste un ruolo importante sul territorio».
Poi Bramerini fa una sorta di cronistoria della vicenda:
Quando l’Azienda nel 2012 ha chiesto al Ministero, che nell’AIA fissava un adeguamento ai valori limite di emissioni previsti dalle BAT (migliori tecniche disponibili) di settore entro il febbraio 2013, proroghe di 4 anni per il parametro SO2 e di 5 anni per il parametro NO2 , il Gruppo Istruttore della Commissione AIA, ai cui lavori partecipa anche un rappresentante della Regione Toscana, ha ritenuto opportuno aprire un procedimento di riesame per valutare la richiesta di proroga in questione. E ha evidenziato anche la necessità di acquisire ulteriore documentazione. Il Ministero ha quindi provveduto ad avviare il riesame.
Ad aprile 2013 il Gruppo Istruttore si è nuovamente riunito su richiesta del Ministero e, in assenza della trasmissione di documentazione integrativa da parte della Nuova Solmine S.p.A., ha ribadito il parere negativo sulla concessione della proroga richiesta, già espresso ad ottobre 2012.
Nel 2014 il Gruppo Istruttore, in seguito all’esame dell’aggiornamento trasmesso dalla Società sullo stato dell’arte degli interventi intrapresi, ha ancora una volta respinto l’istanza dell’Azienda, in assenza di evoluzioni progettuali significative.
Per quanto riguarda la questione delle ceneri di pirite la Società a maggio 2013 ha presentato al Ministero istanza di riesame dell’AIA 2010 per la loro gestione come “sottoprodotto”. Il Ministero ha avviato il procedimento di riesame. Il Gruppo Istruttore della Commissione AIA ministeriale, esaminata la documentazione, ha ritenuto di non poter accogliere l’istanza presentata dalla Solmine. La Società ha comunicato agli enti competenti la sospensione della vendita delle ceneri di pirite ai cementifici. Successivamente ha fornito al Ministero dell’Ambiente nuovi elementi sulla gestione delle ceneri di pirite rispetto a quelli già oggetti in istruttoria da parte della Commissione AIA-IPPC. Il MATTM ha pertanto avviato a luglio 2014 un nuovo procedimento di riesame sulla gestione delle ceneri di pirite come “sottoprodotto”.