FOLLONICA – La Croce rossa compie 150 anni. E per festeggiare il prossimo venerdì 22 agosto il comitato locale di Follonica ha organizzato un’iniziativa che si svolgerà in piazza a Mare per l’intera giornata. «L’inizio delle attività – afferma il referente David Macciò – è fissato per le 11.30 con l’alzabandiera e la lettura dei sette principi fondamentali del movimento internazionale di Croce rossa e Mezzaluna rossa, poi alle 13.00 il “pasto di servizio” preparato in una cucina da campo ed aperto a chiunque voglia partecipare con versamento di una libera offerta e lo stesso si potrà fare alle 20.00. Nel pomeriggio sono previste una serie di simulazioni sul soccorso al traumatizzato, il salvataggio in mare e i cinofili e lezioni didattiche sul BLSD e la disostruzione pediatrica. Per quel giorno la sede di via della Pace sarà idealmente “trasferita” sul lungomare da cui saranno garantiti e coordinati tutti i servizi abitualmente assicurati alla popolazione».
Storia:
Correva l’anno 1864 quando a Ginevra i rappresentanti di 12 Stati, tra i quali l’Italia, firmavano la “Convenzione per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti in guerra” nota anche come “Prima Convenzione di Ginevra”. Con quell’atto si riconosceva anche la neutralità di quei Volontari che si adoperavano per soccorrere i militari feriti, senza distinzione di razza o appartenenza ma solo in quanto tali, cioè persone in stato di bisogno. Una scossa per l’Umanità dell’epoca dove tutto questo non era affatto scontato, anzi per vincere una battaglia, oltre all’astuzia dei Generali, era necessario causare più morti e feriti dall’altra parte senza sconti per nessuno.
Nasceva così la Croce Rossa, il simbolo della neutralità per eccellenza un emblema di pace che contraddistingue da allora, gli ospedali, le navi, i treni le ambulanze ed i suoi volontari.
Fu l’intuizione di Henry Dunant, un commerciante svizzero che per puro caso si trovava a Solferino il 24 giugno del 1859 durante i combattimenti tra gli eserciti Austro-Ungarico e Franco–Piemontese per l’Indipendenza Italiana, che rese possibile la costituzione di questo Movimento Internazionale. Quella Battaglia fu tra le più drammatiche della storia e si consumò in una giornata ma causò oltre 40.000 tra morti e feriti. Proprio quello scempio risvegliò nella coscienza di Dunant lo spirito di fare qualche cosa per alleviare le sofferenze dei feriti, che venivano lasciati morire senza cure o addirittura finiti con crudeltà e privati di ogni forma di soccorso dai sanitari dell’altro esercito. Il suo memoriale “Un souvenir de Solferino”, nel quale riportò fedelmente quello che aveva visto, fece il giro del mondo e ben presto divenne un best-seller, guida e monito per i regnanti che non potevano più consentire simili atrocità.
Non fu semplice adottare ed attuare quelle elementari norme di salvaguardia della persona umana e tanto fu l’ostruzionismo, soprattutto nelle alte gerarchie militari, che Dunant ed i suoi collaboratori trovarono lungo il percorso. Ma alla fine tutti riconobbero l’importanza di questo ideale che doveva, non solo occuparsi di soccorsi, ma anche creare una cultura di civiltà che poi sarebbe diventato il diritto internazionale umanitario oggi studiato in tutte le università e scuole militari del mondo. Molti furono i riconoscimenti, tra cui il primo premio Nobel per la pace assegnato nel 1901.
Da allora sono trascorsi 150 anni e la Croce Rossa è oggi la più importante organizzazione umanitaria del mondo che conta 115 milioni di Volontari che operano in 189 Stati, dall’Afghanistan allo Zimbabwe.