RISPESCIA – Sulla questione del Corridoio tirrenico c’è bisogno di una svolta chiara e immediata. Bisogna rivedere il progetto attraverso un confronto adeguato, pubblico e trasparente, per il quale sia reso disponibile il nuovo Piano Economico e Finanziario dell’intero progetto autostradale, da cui si deduca quanto costa l’opera, quanto costa la viabilità complanare alternativa, a quanto ammonteranno i pedaggi, qual è l’andamento del traffico nei vari tratti e in particolare quello locale che è la quota prevalente e, quindi, quale contributo pubblico si rende realmente indispensabile. In questo quadro appare, inoltre, senza senso la decisione del Governo di stanziare un così rilevante numero di risorse pubbliche per un’opera che doveva essere finanziata da privati. Non sembra giustificato un finanziamento pubblico di 270milioni di euro, come pare sia previsto dal provvedimento “sblocca-cantieri”, per un’opera che la concessionaria SAT si era impegnata a realizzare con 2 miliardi di euro. A questo punto, se finanziamento pubblico deve essere questo serva per mettere in sicurezza e daeguare l’Aurelia da Ansedonia a Grosseto Sud.
Di questo si è parlato durante la conferenza stampa a Festambiente, il festival nazionale di Legambiente, alla presenza di Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente, Stefano Lenzi responsabile ufficio relazioni istituzionali del Wwf, Valentino Podestà della Rete dei comitati a difesa del territorio, Anna Donati di Green Italia ed Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale di Legambiente. Nell’occasione è stato anche presentato dalle associazioni un documento.
Infatti, appare difficile comprendere per quale ragione Governo e Regione Toscana insistono nel portare avanti un progetto ancora incompleto, in particolare nel tratto di Orbetello, e di cui non si conosce ancora il piano finanziario e quindi i pedaggi che si pagheranno e che saranno probabilmente molto alti. È molto più convincente per motivazioni ambientali, economiche ed etiche, adeguare l’Aurelia cominciando fin da subito con i tratti più pericolosi ad alta incidentalità a due corsie per consentire la realizzazione di un Corridoio stradale tirrenico con il minor impatto ambientale, senza pedaggio, e che rispetti maggiormente le esigenze dei cittadini e dei residenti. A maggior ragione oggi che c’è un vasto schieramento di associazioni e soggetti pubblici che condividono questa ipotesi.
Il Piano economico e finanziario complessivo dell’investimento ancora non è presentato ed approvato, mentre i livelli di traffico sono incerti, il costo delle opere non è ancora definito per due lotti, la richiesta di esenzione dei pedaggi per i residenti non è risolta. Queste variabili lo rendono poco credibile e difficilmente sostenibile.