di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
MANCIANO – Le eccellenze alimentari del territorio si mettono in mostra. E’ il caso del Caseificio Sociale di Manciano che ha scelto la via della tradizione e dell’innovazione. Nel primo caso, la struttura che da decenni opera nel settore caseario, vanta uno stretto legame rurale, dettato dalla pastorizia, ma anche un alto elevato di manodopera artigiana che conferisce l’adeguata qualità al prodotto, sotto il profilo della riqualificazione, invece, è stato dato un segnale importante sopratutto per quanto riguarda la sostenibilità dell’efficienza energetica. A testimoniarlo c’è l’installazione di un impianto fotovoltaico e il miglioramento della gestione delle celle frigorifere per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Aspetti che hanno portato all’adesione del programma nazionale per la valutazione dell’impronta ambientale, per lo studio e la riduzione della Carbon Footprint. Quest’ultimo indicatore sintetico misura le emissioni di gas ad effetto serra.
«Siamo allevatori e come tali vogliamo valorizzare al meglio i prodotti del nostro territorio – afferma il presidente del Caseificio Sociale di Manciano Carlo Santarelli -. Per questo siamo in prima linea nell’ambito delle certificazioni ambientali. Teniamo in grande considerazione la produzione artigianale, perché per noi vuol dire qualità, anche se stiamo attenti al mercato con linee di prodotti mirate: come quella per gli intolleranti al lattosio e quella relativa all’amico del cuore, per chi ha problemi di colesterolo. A questo abbiamo aggiunto la novità dedicata alla pace dei popoli, con la realizzazione di un particolare tipo di formaggio che rispetta sia la tradizione araba che quella ebrea. Un modo per indirizzare la produzione verso il rispetto delle tradizioni locali, ma anche in direzione di altre culture alimentari».
«L’esempio del Caseificio Sociale di Manciano rappresenta un vanto per il territorio – spiega Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente -, perché tradizione e innovazione si uniscono allo stretto contatto con il mondo rurale e alle buone pratiche in fatto ambientale. Per questo, con Legambiente, siamo vicini ai pastori e agli allevatori che subiscono gravi perdite dall’attacco dei predatori. Non siamo né per la pecora, né per il lupo, ma servono strumenti adeguanti per la tutela degli allevatori che subiscono un danno».
Un argomento, quest’ultimo, che sta a cuore anche al sindaco di Manciano Marco Galli: «Siamo tutti ambientalisti – precisa il primo cittadino -, ma nessuno è integralista. Il caseificio di Manciano è una cooperativa fatta da agricoltori, quindi non tollero le prese di posizione di chi dice che gli allevatori devono cambiare mestiere. Quanto all’esempio dato sul territorio, c’è da dire che il Caseificio, malgrado le difficoltà siano aumentate nel tempo, ha saputo farsi trovare pronto, andando a rappresentare non solo una delle eccellenze sul territorio, ma anche a carattere regionale».
Parole condivise dal sindaco di Scansano Sabrina Cavezzini che ricorda anche l’episodio che ha riguardato il suo comune, con una testa di lupo messa in mostra con tanto di cartello: «Episodi da condannare che però ci fanno capire l’esasperazione del problema. Bisogna però ricordare che gli allevatori sono i primi ambientalisti».
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